Betlemme: stamattina ingresso del Custode Patton, sarà “sobrio, solo silenzio e preghiera. Rispettare la sofferenza degli uni e degli altri”

Betlemme, check point Tomba di Rachele (Foto repertorio)

Sarà un’entrata meno solenne del solito quella che il Custode di Terra Santa, fra Francesco Patton, si appresta a fare oggi a Betlemme, vigilia della prima Domenica di Avvento, come prevede lo Status Quo. Un ingresso ‘anticipato’ ieri sera, intorno alle 21.30, con un razzo lanciato da Gaza e che si è abbattuto senza danni nell’area di Beit Sahour, provocando, hanno detto fonti locali al Sir, “paura e sconcerto tra gli abitanti dell’area di Betlemme”. “Saremo solo noi frati – spiega al Sir il Custode –. Come tradizione partiremo da Gerusalemme e lungo la strada verso Betlemme sosteremo davanti al monastero greco-ortodosso di Mar Elias per salutare le autorità religiose del villaggio di Beit Jala. Quest’anno, a causa della guerra, non saranno presenti quelle civili. Poi attraverseremo il muro di separazione che divide i territori israeliani e palestinesi passando nel checkpoint della tomba di Rachele, aperto per questa occasione. Dal check point proseguiremo poi verso il centro di Betlemme”. Ad accogliere il Custode non ci sarà la folla degli scorsi anni, non ci saranno le parate degli scout con le cornamuse, “ma solo silenzio e preghiera”. La presenza degli scout sarà limitata al solo gruppo della parrocchia latina di Santa Caterina, attigua alla Natività.

Custode Francesco Patton

“Sarà un ingresso sobrio in segno di rispetto per tutti coloro che soffrono la violenza e la guerra in corso – sottolinea fra Patton –. Non solo a Gaza e in Israele ma anche in Cisgiordania dove la situazione è tesissima. L’ingresso di questo anno a Betlemme dunque assume un enorme significato e lo stesso vale per la nostra comunità cristiana. A Betlemme non ci sono pellegrini, tutto è chiuso, deserto, niente albero, niente luci. La città soffre una grave povertà riflesso della guerra a Gaza e degli scontri in Cisgiordania. La gran parte dei nostri cristiani vive nel settore del turismo e l’assenza di pellegrinaggi li condanna ad una povertà ancora maggiore”.

Betlemme (Foto F. Ayad)

Tuttavia, aggiunge Patton, “entrare a Betlemme è un gesto significativo e dall’alto valore simbolico. Mi ricorda in qualche modo l’esperienza del passaggio del Mar Rosso che si apre donando uno spiraglio di libertà alle persone. Nell’ordine dei segni passare un muro vuole dire anche che questo è attraversabile, che si apre. In una situazione di guerra come quella attuale è un forte segno di speranza. Lo è ancora di più perché ci permette di stare al fianco della comunità cristiana locale”. All’ingresso della Natività Patton sarà accolto dai rappresentanti delle altre due chiese cristiane presenti in basilica, i greco-ortodossi e gli armeni. Il programma prevede la recita dei Primi Vespri, la processione e la Messa della domenica in parrocchia con il ritorno nel pomeriggio a Gerusalemme. Oltre a questo il Custode Patton interverrà, sempre oggi, in collegamento da Betlemme, all’incontro “Note di pace” che si svolgerà a Rovereto, Colle di Miravalle, dove si trova la Campana dei Caduti che ricorda i morti della Prima Guerra Mondiale.

Betlemme, Chiesa Natività deserta (Foto, Fayeza Ayad)

“Grazie a questo ingresso – conclude il Custode – possiamo ricordare a tutto il mondo che anche Betlemme sta soffrendo le conseguenze del conflitto. Betlemme è una città chiusa e separata da Gerusalemme. Separare Gerusalemme da Betlemme non è mai successo nella storia. Quanto sta accadendo, allora, ci aiuti a riscoprire il valore più autentico e spirituale del Natale, ma anche il desiderio di riedificare umanamente l’uomo. Io credo, infatti, che oggi si sia smarrito il senso di ciò che vuol dire persona umana”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa