Natale: card. Sako (Baghdad), “non considerare Gesù una persona astratta”

(Foto Patriarcato caldeo)

Un forte invito a non “considerare Gesù Cristo come una persona astratta”. Gesù, infatti, è “una persona reale, vivente che dobbiamo imparare a conoscere. Come cristiani, infatti, abbiamo bisogno di avere piena consapevolezza della nostra fede, e una conoscenza approfondita di essa, in modo che il cuore di Cristo continui a battere in noi, diffondendo speranza nei cuori e sollievo umano, fraterno e spirituale nelle nostre società”. Ruota intorno a questo concetto il messaggio di Natale del patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Raphael Sako, diffuso oggi. Una riflessione che giunge, si legge, “mentre ci prepariamo al Natale, in un mondo che è indifferente ai valori umani e spirituali, e si arrende egoisticamente al materialismo e alle concupiscenze, un mondo che ha iniziato ad affidarsi sempre più all’intelligenza artificiale senza valutarne i rischi per l’umanità, un mondo che è completamente diverso dal passato; un mondo con sistemi politici, di sicurezza ed economici instabili, un mondo che vive guerre in Ucraina e in Terra Santa, conflitti qua e là, mentre la povera gente attende la pace annunciata dagli angeli”. La Parola di Dio, scrive il patriarca, “è una persona vivente di nome Gesù. Egli si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. Nella nostra attuale situazione di stanchezza, abbiamo bisogno di ascoltarlo maggiormente, Lui il Vangelo vivente, di conoscere la voce di Dio, di imparare da Lui, di applicarla radicalmente, di entrare nel mistero del Natale”. Nel messaggio mar Sako riflette anche su quanto avviene in Iraq, in Terra Santa, in Libano e in Siria, dove, scrive, “sembra che il ruolo di primo piano dei cristiani nella costruzione di ponti di dialogo sia diminuito, non sono più in grado di influenzare, quindi si sono rivolti all’emigrazione”. Da qui l’esortazione ad “affidarsi a Lui con la mente e con il cuore. Che il nostro atteggiamento sia fermo e coraggioso, anche se esigente”, a pregare perché “la preghiera era la vita di Gesù e deve accompagnare anche la nostra vita perché è l’ossigeno della nostra spiritualità. Preghiamo anche noi con la stessa fiducia di Gesù che si affidava al Padre. Non abbiate paura – conclude mar Sako – Dio ci accetta anche quando pecchiamo”.

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