“Non dimentichiamo i nostri fratelli e sorelle che soffrono per la guerra, in Ucraina, in Palestina e Israele e nelle altre zone di conflitto”. È l’appello del Papa, al termine dell’Angelus di ieri in piazza San Pietro. “L’avvicinarsi del Natale rafforzi l’impegno per aprire strade di pace”, l’invito di Francesco: “Continuo a ricevere da Gaza notizie molto gravi e dolorose. Civili inermi sono oggetto di bombardamenti e spari. E questo è avvenuto persino all’interno del complesso parrocchiale della Santa Famiglia, dove non ci sono terroristi, ma famiglie, bambini, persone malate e con disabilità, suore. Una mamma e sua figlia, la signora Nahida Khalil Anton e la figlia Samar Kamal Anton, sono state uccise e altre persone ferite dai tiratori scelti, mentre andavano in bagno. È stata danneggiata la casa delle Suore di Madre Teresa, colpito il loro generatore”. “Qualcuno dice: ‘È il terrorismo, è la guerra’, ha proseguito il Papa: Sì, è la guerra, è il terrorismo. Per questo la Scrittura afferma che ‘Dio fa cessare le guerre … rompe gli archi e spezza le lance’. Preghiamo il Signore per la pace”. Il Papa ha inoltre ricordato “le migliaia di migranti che tentano di attraversare la selva del Darién, tra Colombia e Panamá”: “Si tratta spesso di famiglie con bambini che si avventurano in percorsi pericolosi, ingannati da chi falsamente promette loro una via breve e sicura, maltrattati e derubati. Non pochi perdono la vita in quella giungla”. “C’è bisogno dello sforzo congiunto dei Paesi più direttamente interessati e della Comunità internazionale, per evitare che questa tragica realtà passi sotto silenzio e per dare insieme una risposta umanitaria”, l’appello.