“Il Natale è la festa della grande gioia. È anche il momento di essere consapevoli della sofferenza dei nostri fratelli e sorelle nel mondo e qui, intorno a noi. Dopo aver assistito a più di settanta giorni di guerra, quest’anno noi in Terra Santa ci avviciniamo alla mangiatoia di Betlemme con il cuore spezzato”: così si legge nel Messaggio di Natale della Commissione Giustizia e pace dell’Assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa (Aocts) diffuso ieri sera e pervenuto al Sir. Nel testo si fa riferimento all’uccisione, sabato 16 dicembre, da parte di un cecchino israeliano, di “Naheda e Samar, madre e figlia, nel sagrato della chiesa della parrocchia cattolica della Sacra Famiglia” e del ferimento di altri sette “mentre cercavano di proteggere i fedeli della chiesa”. Il messaggio ricorda anche che “migliaia di uomini, donne e bambini – palestinesi e israeliani – sono stati uccisi nell’ultima ondata di violenza. A Gaza, negli ultimi due mesi sono stati uccisi più bambini palestinesi che nei due anni precedenti di guerra in tutti i conflitti mondiali. La guerra ha avuto un impatto enorme su un’intera generazione di nostri figli, che vivono nella paura quotidiana per se stessi e per le loro famiglie”. La Commissione Giustizia e pace dell’Aocts denuncia che “la Striscia di Gaza è colpita da bombe e colpi di mortaio che radono al suolo i quartieri” e che “l’85% della popolazione di Gaza è sfollata” e oggi si ritrova “senza riparo e costantemente in movimento. Anche le scuole e i luoghi di culto non sono luoghi sicuri”. E così anche gli ospedali. “Lamentiamo la perdita di vite umane, temiamo per i feriti che hanno scarso accesso alle cure mediche e siamo angosciati per i senzatetto”. La Commissione getta lo sguardo anche su Betlemme e la Cisgiordania, dove, si legge, “le incursioni dell’esercito israeliano provocano molti morti e arresti di massa. Lì, la chiusura dei territori ha portato molti a perdere il lavoro, con le famiglie che faticano a mettere il cibo in tavola. Le celebrazioni del Natale sono state cancellate, affinché noi cristiani possiamo essere solidali con tutti coloro che soffrono in guerra. Siamo incoraggiati a concentrarci sul significato più profondo del Natale”. Da qui l’appello: “Chiediamo a tutti coloro che festeggiano il Natale in tutto il mondo: pregate con noi. Pregate per la pace a Betlemme, a Gaza e in tutta la Terra Santa. Preghiamo per la fine della violenza e per la liberazione di tutti i prigionieri. Preghiamo per un cessate il fuoco permanente e per l’alba di un tempo di dialogo invece di oppressione, di giustizia invece di soluzioni imposte, di convivenza invece del sogno di sbarazzarsi gli uni degli altri. Imploriamo coloro che detengono posizioni di potere di contribuire a porre fine a un conflitto che va avanti da più di un secolo, di facilitare un percorso verso una pace giusta basata sull’uguaglianza, affinché questa guerra possa essere l’ultima e i nostri figli possano finalmente testimoniare la speranza”.