“Il cuore di un pastore non può restare indifferente di fronte alle persone che si avvicinano a lui chiedendo umilmente di essere benedette, qualunque sia la loro condizione, la loro storia, il loro percorso di vita”. È il commento di Andrea Tornielli, direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, alla Dichiarazione del Dicastero per la dottrina della fede “Fiducia supplicans” sul senso pastorale delle benedizioni. “Il cuore del pastore non spegne il lumicino fumigante di chi avverte la propria incompletezza sapendo di essere bisognoso di misericordia e aiuto dall’Alto”, spiega Tornielli su Vatican news: “Il cuore del pastore intravede in quella richiesta di benedizione una crepa nel muro, un minuscolo spiraglio attraverso il quale la grazia potrebbe essere già all’opera. E dunque la sua prima preoccupazione è di non chiudere la piccola crepa, accogliendo e implorando benedizione e misericordia affinché le persone che ha di fronte possano iniziare a comprendere il disegno di Dio sulla loro vita”.