“Se ognuno fa qualcosa, si può fare molto”. Sarà il filo conduttore di un incontro sulla testimonianza del beato padre Pino Puglisi, assassinato dalla mafia, il 15 settembre 1993, nel quartiere Brancaccio di Palermo, che si terrà il prossimo 19 dicembre, alle ore 10, presso l’aula magna dall’Istituto superiore comprensivo “Erodoto di Thurii” di Cassano all’Jonio. All’evento, promosso dal Centro studi “Giorgio La Pira” della città delle terme, protagonisti saranno gli studenti che si confronteranno con mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio e vice presidente della Conferenza episcopale italiana, e Giuseppe Lumia, già presidente della Commissione parlamentare antimafia. Porterà il saluto la dirigente scolastica, Anna Liporace. Presentando l’iniziativa, Francesco Garofalo, presidente del Centro La Pira, ha dichiarato: “In prossimità del Santo Natale, abbiamo voluto regalare il sorriso disarmante di padre Pino Puglisi, che, con la sua profonda fede e l’amore incondizionato verso i ragazzi, ha fatto rinascere il quartiere Brancaccio, dove la mafia dettava legge. Tuttora rimangono esemplari e vive le sue idee, la vicinanza al prossimo, il suo metodo educativo, la sua disponibilità sociale, la sua scelta degli ultimi, la sua voglia di cambiamento”.
Dal canto suo Giuseppe Lumia ha affermato: “L’ho conosciuto quando noi giovani dirigenti della Fuci della diocesi di Palermo dovemmo individuare il nostro nuovo assistente spirituale. Tenevamo moltissimo alla nostra laicità, autonomia e responsabilità. Avevamo bisogno pertanto non di un prete protagonista, ma di un sacerdote autentico, in grado di aiutarci in un profondo cammino di fede. Bastò poco per convincerci che padre Puglisi era la persona adatta. Lui si dichiarò subito disponibile e la scelta non poté essere migliore. Vado a Cassano, con il bisogno di vivere con i ragazzi, a trent’anni dalla sua morte, una storia che ha raggiunto milioni di giovani e continua a seminare idee e progettualità. Ci mancano moltissimo il suo sorriso, la sua consapevolezza culturale, la sua attività educativa, la sua fede e il suo impegno per la liberazione dalle mafie. Nello stesso tempo dobbiamo avere la certezza interiore, sociale e politica che la sua ispirazione produce cambiamento: basta accoglierla. Nonostante le difficoltà del contesto sociale, in cui ha operato, padre Pino era riuscito a far crescere una sana generazione libera culturalmente dal pensare e agire mafioso”.