“Prima che il Tribunale si ritiri in camera di consiglio vorrei esprimere, anche a nome dei colleghi, la nostra gratitudine a quanti hanno reso possibile la celebrazione di questo processo, certamente inusuale, per complessità quantitativa e qualitativa, per lo Stato della Città del Vaticano”. Il presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone, ha iniziato così il suo intervento durante l’ultima udienza del processo in Vaticano sugli investimenti finanziari della Segreteria di Stato a Londra, che questo pomeriggio arriverà a sentenza. Il grazie di Pignatone è andato, in primo luogo, “ai presidenti del Governatorato, il card. Bertello prima e il card. Vergéz poi, nonché alla direttrice dei Musei e ai loro collaboratori che hanno tempestivamente allestito, in periodi di emergenza Covid, quest’Aula che ha consentito a tutti noi, credo, di svolgere il nostro lavoro nelle migliori condizioni possibili”. “Grazie poi al personale di Cancelleria, in particolare al Cancelliere Ottaviano e all’ufficiale giudiziario Pesce, che ci hanno assistito in tutte queste udienze, 86, spesso fino a tarda sera e al personale della Gendarmeria che ne ha garantito il regolare svolgimento”, ha proseguito il presidente del Tribunale vaticano, che ha poi ha rivolto un “grazie” anche “ai giornalisti e agli operatori dell’informazione, che – nelle legittime diversità di posizioni – hanno puntualmente dato conto all’opinione pubblica di quanto avveniva in udienza”. “Non posso fare a meno, in questa occasione, di ricordare il prof. Gian Piero Milano, il quale per ragioni di salute ha potuto partecipare solo alla prima udienza, quella del 27 luglio 2021, di un processo che aveva contribuito a istruire fin dall’inizio”, l’altro omaggio di Pignatone: “Ho avuto l’onore e il privilegio negli anni precedenti di conoscere e diventare amico del prof. Milano e di apprezzarne la raffinata conoscenza del diritto canonico e di quello vaticano e, prima ancora, la sapienza giuridica e umana”. Infine, un “grazie” ai promotori di giustizia, ai difensori delle parti civili e degli imputati, per l’impegno, lo studio, la passione e la professionalità con cui avete svolto – ovviamente da posizioni e con prospettive diverse – il vostro compito dando un eccezionale contributo all’attività che il Collegio ha svolto e che deve ancora svolgere”.