“Metti il tuo entusiasmo e la tua freschezza a servizio della Chiesa”. È l’invito che il vescovo di Prato, mons. Giovanni Nerbini, ha rivolto questa mattina a don Alessandro Tacconelli, durante la celebrazione eucaristica nella cattedrale di Santo Stefano durante la quale l’ha consacrato sacerdote. Tacconelli, 25 anni, è cresciuto nell’oratorio cittadino di Sant’Anna in viale Piave, ha studiato al collegio Capranica a Roma e sta prestando servizio nella parrocchia romana di San Pio X alla Balduina. Queste realtà erano presenti con laici e sacerdoti in cattedrale per rappresentare vicinanza e affetto al sacerdote. “Sono proprio felice che siano venute così tante persone a condividere con me questo momento di gioia – ha affermato con emozione don Alessandro – come ci ha ricordato il vescovo nell’omelia, stiamo facendo una esperienza di Chiesa, di Chiesa diocesana e di Chiesa ‘allargata’, perché sono venuti davvero in tantissimi. Questi volti li avevo tutti davanti nella preghiera in questi giorni e vedere oggi la generosità della gente è una gioia immensa”.
La messa è stata concelebrata dal vescovo emerito Franco Agostinelli, che ha seguito fin dall’inizio il cammino sacerdotale del giovane presbitero, accompagnato nella direzione spirituale da mons. Carlo Stancari, parroco di Santa Maria delle Carceri, comunità dove don Alessandro presterà servizio a partire dal nuovo anno. Proprio nella basilica delle Carceri il neo ordinato celebrerà domani alle 10.30 la sua prima messa.
Nell’omelia, mons. Nerbini ha esortato il novello sacerdote: “Abbi cura che la bellezza della tua intelligenza e cultura non superi mai la granitica roccia della tua umiltà e mitezza, direi di più, rimani costantemente orientato alla croce di Cristo perché lì si rimane sempre discepoli attenti, accorti e prudenti, consapevoli di essere acerbi, semianalfabeti nelle cose di Dio e perciò compiutamente obbedienti ai voleri del Signore piuttosto che ai propri”. Poi due consigli, il primo: “A partire da oggi celebrerai l’Eucarestia e tra qualche giorno ti sarà concessa la facoltà di rimettere i peccati, i doni più alti che siano stati messi nelle mani di un uomo, di un ragazzo come te, dico ragazzo con affetto, da parte di Dio. Ma non saranno solo le azioni liturgiche a parlare, quanto ciò che sei e vivi”. Il secondo consiglio riguarda “l’attenzione premurosa verso chi è lontano e in ricerca e aspetta a volte senza saperlo di essere raggiunto da un messaggio di verità anche dentro un cammino a volte accidentato e confuso”.