A margine della conferenza di Dubai sul clima (Cop28), il vescovo ausiliare di Münster, mons. Rolf Lohmann, presidente del gruppo di lavoro sulle questioni ecologiche della Conferenza episcopale tedesca (Dbk), ha rilasciato una serie di considerazioni sui lavori. “Non è facile valutare le decisioni della conferenza sul clima delle Nazioni Unite di quest’anno a Dubai. Numerosi studi scientifici avevano precedentemente sottolineato che con le misure adottate finora il mondo non solo supererebbe di gran lunga l’obiettivo di 1,5 gradi, ma addirittura un aumento della temperatura di due gradi rispetto all’era preindustriale”. Lohmann ha ricordato che “Papa Francesco ha riassunto in maniera acuta le richieste di molti Stati e organizzazioni non governative alla Cop28: occorre finalmente decidere ‘forme vincolanti di transizione energetica, che dovrebbero avere tre caratteristiche: che siano efficienti, che siano obbligatorie e che possano essere facilmente monitorate’ (Laudate Deum 59)”. Analizzando i lavori il vescovo ha sottolineato che “alcune risoluzioni mi danno speranza. La Cop28 è iniziata bene con le risorse finanziarie urgentemente necessarie del fondo per i danni e le perdite climatiche e ambientali. Inoltre, un’ampia alleanza di Paesi guidati dall’Unione europea si è impegnata a triplicare la capacità di energia rinnovabile entro il 2030 e a raddoppiare l’efficienza energetica entro la fine del decennio”. Ma il presule si è detto preoccupato perché “l’importo degli impegni monetari per il fondo per i danni e le perdite climatiche e ambientali sia stato significativamente inferiore a quanto sarebbe necessario per compensare i danni annuali legati al clima, in particolare nei Paesi in via di sviluppo. Al centro dell’intera manifestazione vi era la questione se quest’anno fosse possibile prendere una decisione vincolante sull’eliminazione graduale dei combustibili fossili”. Secondo Lohmann “il verdetto è ambivalente: ma anche se non si danno date vincolanti si tratta del primo storico documento delle Nazioni Unite sul clima che chieda l’abbandono dei combustibili fossili”.