Diocesi: mons. Crociata (Latina), “essere vigilanti” e “andare verso verso una Chiesa sempre più corale, partecipata, matura”

Un duplica invito: “essere vigilanti” e “andare verso una Chiesa sempre più corale, partecipata, matura”. A rivolgerlo è questa sera mons. Mariano Crociata, vescovo di  Latina-Terracina-Sezze-Priverno, nell’omelia della messa per il 10° anniversario del suo ingresso alla guida della diocesi, celebrata nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù in Latina.
“In questo tempo di indifferenza, di assuefazione, di insensibilità, di stordimento collettivo, quello di cui c’è più bisogno – afferma il presule – è proprio la ricerca di ciò che vi si oppone e contrasta tutto questo; c’è bisogno di vigilanza, di attenzione, di sensibilità, di capacità di sorpresa, cioè di cogliere e riconoscere quanto di nuovo e vero e bello si distende dinanzi a noi, senza mai cadere nel cinismo, nel disincanto, nel disfattismo. C’è bisogno dell’ardore che viene dall’amore”. E l’ardore “non lo si risveglia né lo si trasmette per decreto o per attivismo”, ma “lo si raccoglie nella preghiera e lo si trasmette con la diffusione contagiosa di chi ha la grazia di averlo avuto in dono”. “Queste due cose – il monito di Crociata – dobbiamo imparare a cercare: preghiera e persone che contagino con il loro ardore di fede e di amore”.
“Dove stiamo andando?”, l’interrogativo posto dal presule, secondo il quale “varie circostanze ci aiutano a individuare la direzione: il cammino sinodale, il percorso dell’iniziazione cristiana, la riscoperta della spiritualità e il ricentramento sulla preghiera, le situazioni interne ed esterne che vedono la nostra diocesi presentare ricchezze e potenzialità, ma anche limiti e difficoltà crescenti”. “La direzione verso cui dobbiamo andare – spiega – è quella che conduce verso una Chiesa sempre più corale, partecipata, matura. Per far questo tutti abbiamo da imparare. Noi ministri ordinati dobbiamo imparare a lasciarci aiutare e collaborare, voi fedeli laici avete bisogno di maturare consapevolezza e competenza maggiori per stare nella Chiesa, unitamente a una sensibilità squisitamente ecclesiale”. Di qui l’importanza di “preoccuparci di meno della salvaguardia dell’organizzazione” per “dedicarci maggiormente a ciò che è veramente necessario e proprio del carattere apostolico della Chiesa: l’ascolto della Parola, la preghiera, l’Eucaristia e la fraternità”.

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