Ancora una volta l’Italia sotto i riflettori del Consiglio d’Europa. Con obiezioni in chiaroscuro. In un rapporto pubblicato dalla commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović, si raccomanda l’adozione di una serie di misure “per difendere meglio i diritti dei migranti, dei richiedenti asilo e delle donne”. La commissaria solleva inoltre alcune questioni riguardanti i giornalisti e la tutela giuridica delle persone Lgbti.
“Sottolineando la necessità di una responsabilità europea condivisa per salvare vite umane in mare e riconoscendo gli sforzi dell’Italia in questo settore, la commissaria esorta le autorità italiane a garantire un’adeguata capacità di ricerca e salvataggio e chiede l’abrogazione della legislazione e delle politiche che ostacolano le operazioni di ricerca e salvataggio delle Ong”.
“Le attività di cooperazione che portano direttamente o indirettamente a rimpatri in Libia dovrebbero essere sospese, alla luce delle gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani che si verificano nel Paese” africano. Inoltre “la cooperazione con altri Paesi, in particolare con la Tunisia, dovrebbe essere subordinata alla tutela globale dei diritti umani e nessun rimpatrio dovrebbe avvenire senza un’adeguata valutazione individuale”. Da Strasburgo si mette inoltre in guardia il governo italiano rispetto alla “mancanza di adeguate garanzie in materia di diritti umani nel Memorandum d’intesa concluso con l’Albania” e di “raccomanda alle autorità italiane di dare priorità al miglioramento dei sistemi nazionali di asilo e accoglienza”.
Mijatović afferma: “Pur accogliendo con favore i progressi compiuti dall’Italia nella promozione dell’uguaglianza di genere e nella lotta alla violenza contro le donne” si “rileva un netto contrasto tra il quadro giuridico e le disuguaglianze, la discriminazione e la violenza affrontate dalle donne e dalle ragazze”; da qui l’invito a “combattere il sessismo e gli stereotipi di genere e migliorare i servizi di sostegno per le vittime della violenza di genere”.
Non manca una nota sull’aborto quando la commissaria “esorta le autorità a garantire alle donne e alle ragazze il libero accesso ai servizi di salute sessuale e riproduttiva, comprese le cure per l’aborto e la contraccezione”.
Infine un richiamo alla tutela dei “diritti delle persone Lgbti”.