“Il compito profetico della chiesa sarà quello di Giovanni Battista, fino alla fine del mondo: scuotere ogni generazione dalla sua terribile devastazione e cecità che gli impedisce di conoscere la luce del mondo”. Lo ha spiegato il card. Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, nella predica di Avvento per la Curia Romana svoltasi oggi in Aula Paolo VI, alla presenza del Papa. Soffermandosi sul ruolo di San Giovanni Battista come profeta, Cantalamessa ha definito il suo compito “sovrumano”, in quanto consiste nel svelare “lo scandalo dell’umiltà di Dio che si rivela sotto apparenze mortali”. “Giovanni Battista ha inaugurato la nuova profezia cristiana, che non consiste nell’annuncio di una salvezza futura, ma nel rivelare una presenza nascosta di Dio nella storia”: così il cardinale ha definito l’eredità del precursore di Gesù, che è stato “più di un profeta”. “Il rischio della spiritualità occidentale è di vedere il cristianesimo soprattutto come qualcosa di negativo, come soluzione al problema del peccato originale, cioè qualcosa di tetro e deprimente”, ha denunciato il predicatore della Casa Pontificia, secondo il quale questo è in parte il motivo del “rigetto di Dio” da parte di filosofi come Nietzsche o drammaturghi come Ibsen. “La salvezza cristiana non è solo qualcosa di negativo, il togliere il peccato, ma è qualcosa di positivo: è dare, infondere vita nuova, è rinascita”, ha puntualizzato Cantalamessa: “alla maniera di Giovanni Battista, tutti possiamo essere evangelizzatori”.