Libano: card. Rai (patriarca maronita), “non è eroismo fare la guerra con armi letali, è eroismo fare la pace”

card. Béchara Boutros Raï (Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“La guerra consuma montagne di soldi per niente, la pace nutre milioni di persone affamate. La guerra nasce dall’orgoglio dei governanti e dai loro interessi ingiusti, la pace viene dal cuore di Dio”. Lo ha detto il patriarca maronita, card. Bechara Boutros Rai, durante la messa celebrata domenica scorsa nella sede patriarcale di Bkerke. “Non è eroismo fare la guerra con armi letali che non hanno né cuore né mente, ma è eroismo fare la pace. La guerra distrugge e uccide con la forza del ferro e del fuoco, ma la pace si costruisce con l’amore del cuore e la luce della mente nella verità” ha spiegato il cardinale le cui parole sono riportate dal sito giordano abouna.org. Nell’omelia il patriarca maronita ha riferito della visita di solidarietà, condotta con il patriarca siro-cattolico Ignatius Youssef III Younan, nel sud del Libano dove si registrano scontri e tensioni con Israele. Il card. Rai ha espresso la sua solidarietà agli abitanti delle città “bombardate da Israele” e ribadito di “non volere una guerra che distrugga le nostre case, uccida i nostri figli”. Ciò di cui si sente il bisogno, ha spiegato, “è la misericordia. È il bisogno della nostra generazione, che soffre per la disumanizzazione dell’uomo e per la tirannia dell’ingiustizia che rende il cuore di pietra. Questo è il caso dei governanti dei paesi che nutrono i belligeranti con ogni tipo di arma distruttiva e genocida, come vediamo nella guerra nella Striscia di Gaza, in quella in Ucraina e in altre”. Non è mancato un riferimento allo stallo politico libanese. Il cardinale ha accusato il parlamento di “violare l’articolo 49 della Costituzione non eleggendo un presidente della Repubblica, continuando così a rovesciare le istituzioni costituzionali, a sconvolgere il lavoro delle pubbliche amministrazioni, a vivere nel caos, a impoverire le persone e a costringerle a emigrare e ad aggravare la crisi economica, finanziaria e sociale”.

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