Diocesi: mons. Palmieri (Ascoli), “nel realizzare il presepe, pensiamo e preghiamo per le tante situazioni difficili che stiamo vivendo”

“Vorrei proporvi, quest’anno, di fare il presepe in modo speciale. San Francesco si fece aiutare da un signore del luogo, Giovanni, che incaricò di preparare tutto. Che ne dite di fare il presepe quest’anno pensando di essere come Giovanni per san Francesco? Cioè, sarebbe bello non preoccuparsi soltanto di riempirlo di statuine, casette e fontanili, ma di tenere come riferimento le parole che san Francesco disse a Giovanni: ‘Vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello’ (FF 468)”. È la proposta che il vescovo di Ascoli Piceno, mons. Gianpiero Palmieri rivolge in una lettera ai bambini della diocesi e alle loro famiglie per la benedizione dei bambinelli del presepe.
“Nel realizzare il presepe, pensiamo e preghiamo per le tante situazioni difficili che stiamo vivendo. Presepe viene dal latino ‘prae saepes’ che vuol dire ‘davanti al recinto’. Era il luogo dove si mettevano gli animali. Ma come non pensare ai tanti recinti e steccati che oggi si alzano tra gli uomini e che spesso sono l’inizio delle guerre? Fare il presepe come lo fece san Francesco è stare accanto a Gesù che viene per entrare e nascere tra i tanti recinti in cui noi, l’umanità, ci rinchiudiamo. Per questo è importante che quest’anno noi stiamo davanti al presepe per pregare: per chi è così sconvolto dalla paura, dall’odio, dalla solitudine, da alzare muri e recinti che ci tengono lontani gli uni dagli altri”, spiega il presule.
Ricordando la lettera apostolica Admirabile Signum di Papa Francesco, mons. Palmieri lancia un’altra proposta: “Sarebbe bello vedersi per cominciare insieme la novena di Natale. Vi invito il 17 dicembre nella chiesa di san Francesco ad Ascoli Piceno: alle 18 celebreremo la messa e ognuno può portare l’immagine di Gesù bambino che metterà nel presepe che ha fatto. Io benedirò i vostri bambinelli; così la notte di Natale, quando ognuno lo metterà nella capanna o nella grotta che avete in casa, sarà come stare tutti insieme. In questa celebrazione a san Francesco è associata anche l’indulgenza plenaria, che è un perdono ancora più pieno da parte del Signore, un perdono che libera da tutti i legami interiori che abbiamo con il mondo della violenza, del peccato e del male. Terminata la celebrazione, andremo in processione verso la chiesa di sant’Agostino. Li affideremo alla Madonna della Pace tutte le situazioni di guerra perché venga la pace nel mondo intero come frutto di una rinnovata fraternità tra tutti i popoli, come una uscita dai mille recinti dove ci rinchiudiamo. Sarà un bel momento, semplice e pieno di fede, in cui possiamo stare insieme nel nome del Signore Gesù e donare alla nostra città un segno della presenza di Dio in mezzo alla storia degli uomini”.

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