“Viviamo in un periodo di forte smarrimento, di paura e di desolazione dove tutti ci sentiamo coinvolti. Siamo molto preoccupati e delusi per l’incapacità degli Stati di porre fine alle guerre in corso con una pace giusta. Sembra che i gesti di efferata violenza, a cui assistiamo con indignazione, siano gli unici mezzi per imporsi. Constatiamo amaramente, a livello di società, di aver compiuto in questo periodo un passo indietro, una vera ‘retrocessione’ nel grado della nostra comune umanità, come se i progressi di questi anni si fossero del tutto annullati”. Lo ha detto, ieri sera, il card. Oscar Cantoni, vescovo di Como, nella messa in preparazione al Natale con le aggregazioni laicali, presieduta nella cattedrale di Como.
“Nei momenti di grandi crisi come quelli che la società sta vivendo, la Chiesa deve assumersi il compito profetico di riconoscere e rispondere alla chiamata di Dio in relazione a tali segni dei tempi”, ha aggiunto il porporato. “Anche a livello ecclesiale – ha evidenziato -, si avverte in qualche ambiente una certa stanchezza o anche una fatica nell’affrontare le esigenze del mondo d’oggi. È il momento in cui potremmo sentirci smarriti, esposti alla tentazione di deprimerci. È pur vero che il secolarismo della nostra società ci interroga in profondità, basta osservare come è interpretato il Natale, con il tentativo perfino di oscurarlo!”. Rilevando che “c’è chi ricorda con nostalgia i tempi andati e vorrebbe tornare a forme ormai desuete, che oggi si rivelano però inconsistenti”, il cardinale ha affermato: “Tutti noi avvertiamo vivo il desiderio che il cristianesimo sviluppi una rinnovata vitalità per venire incontro alle sfide del tempo presente, della società di oggi”. “Il popolo di Dio percepisce come urgente che la vita cristiana si incarni sempre più dentro la cultura viva, dentro il modo di pensare e di vivere della gente di oggi, che sia riscoperta la relazione tra la dimensione spirituale e la dimensione esistenziale della fede”, ha sottolineato il vescovo di Como, ricordando che “è l’auspicio che si è evidenziato anche nel corso della celebrazione del Sinodo dei vescovi, svoltosi nel mese scorso in Vaticano e nei vari incontri per il Sinodo della Chiesa italiana”. Il card. Cantoni ha, quindi osservato: “La consolazione che Dio ci promette attraverso l’annuncio della Parola di oggi non è certo un invito al nostro disimpegno personale e comunitario. È piuttosto la garanzia che Dio si compromette ancora una volta con noi, perché, a nostra volta, tutti ci sentiamo incoraggiati nel costruire ponti di dialogo, nel sentirci solidali con quanti sono coinvolti più di noi con sofferenze e privazioni indegne. È un invito a diventare sempre più uomini e donne di pace, costruttori di comunione”.