(Strasburgo) “Libertà, pace, giustizia diritti umani per tutti gli esseri umani nel mondo”: li ha invocati la madre di Jina Mahsa Amini, giovane iraniana uccisa dal regime lo scorso anno, cui il Parlamento europeo ha assegnato oggi il Premio Sacharov per la libertà di pensiero 2023. I parenti di Jina non hanno potuto presenziare alla cerimonia a Strasburgo perché bloccati nel Paese dalle autorità. La madre ha quindi fatto pervenire un testo, letto in emiciclo dal legale della famiglia. Il quale, nella precedente conferenza stampa, ha detto di parlare con prudenza dovendo tornare in Iran. “È un onore – ha affermato l’avvocato Saleh Nikbakht – sapere che i cittadini europei sostengono il popolo iraniano”.
A sua volta Afsoon Najafi, la cui sorella Hadis è stata uccisa durante una manifestazione in onore di Jina Mahsa Amini, ha ricordato “le sofferenze che subisce il popolo iraniano”, le vittime, gli arresti, le sevizie. “La Repubblica islamica toglie le libertà e combatte chi chiede libertà e difende i diritti umani. Siamo arrivati a un punto in cui la politica” internazionale “debba smettere di voltare la faccia dall’altra parte e di stringere le mani” delle autorità iraniane. Il futuro del nostro Paese deve appartenere al popolo iraniano”. Ha quindi ricordato l’impegno e il sacrificio in particolare delle donne che chiedono libertà e uguaglianza.
L’attivista Mersedeh Shahinkar, a sua volta vittima di violenze del regime, ha detto: “siamo qui a nome di tutte le donne iraniane che si battono per la libertà. Siamo stanche del regime autoritario e abbiamo scelto di lottare. Siamo tutti imprigionati nel nostro Paese da ormai 44 anni, abbiamo diritto a vivere. Il regime invece ci tratta come schiavi. Abbiamo anche noi, come l’Europa, il diritto alla libertà. Restate al nostro fianco”.