“Un momento di rendimento di grazie per le molte grazie ricevuti dalla comunità cattolica e dal popolo coreano in questi ultimi decenni”. Così il Papa definisce il 60° anniversario dei rapporti diplomatici tra la Repubblica di Corea e la Santa Sede, in un telegramma inviato al vescovo di Suwon, mons. Matthias Ri Iong-Suwon, per l’occasione. In modo particolare, il papa segnale “la crescita della Chiesa locale e il suo contributo al benessere della società”, auspicando che “questa influenza continui a portare frutti culturali e spirituali, specialmente per coloro che sono marginalizzati, impoveriti e senza speranza”. A questo riguardo, Francesco ricorda la sua visita nel Paese del 2014, per la beatificazione dei martiri coreani, che “per amore di Gesù e per il loro desiderio di diffondere il Regno di Dio hanno dato le loro vite in questa terra e seminato i semi di ciò che è diventata una Chiesa benedetta e vibrante”. “I giovani di oggi sono glie redi di questa testimonianza di fede”, scrive il Papa, auspicando che “portino avanti questa preziosa testimonianza mentre si preparano per la Giornata mondiale della Gioventù che si terrà nel 2027”. Francesco conclude con un auspicio affinché “le buone relazioni tra la Corea e la Santa Sede continuino a fiorire, così come il lavoro comune su temi di comune preoccupazione, specialmente la pace e la riconciliazione nella penisola coreana”.