L’ordine pubblico è “l’aspetto prioritario e anche più delicato del vostro lavoro, perché richiede, spesso in situazioni imprevedibili e di emergenza, di coniugare il rispetto della legge con l’attenzione all’umano”. Lo ha detto il Papa, che nel discorso rivolto ai Prefetti della Repubblica italiana, ricevuti oggi in udienza, si è soffermato su tre punti: l’ordine pubblico, le criticità ambientali e la gestione dei flussi migratori. “Legalità e umanità insieme, per dare alle disposizioni la necessaria applicazione e al contempo accostarsi anche a chi sbaglia con il rispetto dovuto, conciliando la tutela delle vittime con l’equo trattamento dei colpevoli”, l’indicazione di rotta di Francesco. “A ciò si aggiunge la grande responsabilità che avete di far fronte ai rischi che quotidianamente corrono i membri delle Forze dell’ordine, di cui pure vi prendete cura”, ha proseguito il Papa, che a proposito dello svolgimento di un incarico pubblico ha citato “una massima antica, che si riferisce all’ordine di vita personale: “serva ordinem et ordo servabit te”, “serba l’ordine e l’ordine ti salverà”. “È un’affermazione saggia, perché non si può amministrare l’ordine pubblico senza un ordine personale e interiore”, il monito di Francesco: “Ma quando c’è questo, la responsabilità per l’ordine pubblico viene avvertita come una chiamata a creare quel clima di armoniosa convivenza grazie al quale si possono affrontare e risolvere le difficoltà. Vorrei dire che la vostra è una sorta di paternità istituzionale: esercitata con coscienza e dedizione, essa non risparmia sacrifici e notti insonni e merita la nostra gratitudine”.