In Ucraina, mentre l’invasione russa perdura, le persone anziane con disabilità sfollate non riescono, né fisicamente né economicamente, a ottenere cure e alloggi adeguati; in alcuni casi, non hanno alternativa se non finire nelle strutture assistenziali statali. È quanto denuncia oggi Amnesty International, in un nuovo rapporto reso pubblico in vista della Giornata internazionale delle persone con disabilità del 3 dicembre. I costanti attacchi indiscriminati della Russia, molti dei quali costituiscono crimini di guerra, hanno costretto milioni di civili ucraini ad abbandonare le loro abitazioni. L’Ucraina è uno degli stati al mondo con la maggiore percentuale di persone anziane: prima del febbraio 2022 quasi una persona su quattro, poco meno di 10 milioni su circa 41 milioni di abitanti, aveva oltre 60 anni. “Anche dopo che sono state sfollate in zone più sicure dell’Ucraina, le persone anziane, soprattutto quelle con disabilità, vanno incontro a enormi difficoltà nel ricostruirsi una vita degna, nella difficoltà di ottenere un alloggio adeguato, servizi di sostegno e cure mediche”, spiega Laura Mills, ricercatrice di Amnesty International sulle persone anziane e sulle persone con disabilità. “L’invasione russa – aggiunge – ha complicato immensamente le cose per il sistema di assistenza sociale ucraino. Migliaia di persone anziane con disabilità finiscono segregate nelle strutture statali, lontane dai loro cari e dalle loro comunità”. Per redigere il suo rapporto, Amnesty International ha visitato 24 rifugi temporanei e intervistato 159 persone – 89 delle quali anziane, molte di loro con disabilità – e 22 operatori sociali e sanitari. Il tutto tra maggio e settembre del 2023. Quasi tutti i rifugi visitati da Amnesty International erano parzialmente o completamente inaccessibili alle persone con disabilità fisiche. Molte erano prive di rampe d’accesso, ascensori, sostegni per garantire l’accesso ai gabinetti o spazi per girare a 360 gradi una sedia a rotelle. Il direttore di un campo giovani di Koviahy, nella regione di Kharkiv, convertito in un rifugio, ha detto ad Amnesty International che le persone che arrivano in sedia a rotelle, devono mandarle vie perché il rifugio è privo di rampa d’accesso”. La mancanza di rifugi fisicamente accessibili non lascia altra scelta che inviare le persone con disabilità alle strutture assistenziali statali dove però vivono spesso separate dai parenti. Il trasferimento nelle strutture assistenziali statali può dar luogo a numerose violazioni dei diritti umani: violenza fisica, abbandono, effetti negativi sul diritto alla salute. Un operatore sociale intervistato da Amnesty International ha sintetizzato così: “Molte persone anziane vivono ora nell’oscurità”.