Papa Francesco: “anche per chi ha commesso un delitto molto grave la Chiesa è madre”

“Anche quando va applicata una sanzione severa a chi avesse commesso un delitto molto grave, la Chiesa, che è madre, gli offrirà l’aiuto e il sostegno spirituale indispensabili perché nel pentimento possa incontrare il volto misericordioso del Padre”. Lo raccomanda il Papa, nel messaggio inviato alla professoressa Chiara Minelli, presidente della Consociatio Internationalis Studio Iuris Canonici Promovendo, in
occasione del 50° anniversario della Fondazione. “Al centro del Diritto canonico e del Diritto civile vi è la persona”, il monito di Francesco: “Attraverso le leggi, sia la Chiesa che la Società civile si prefiggono di procurare il bene comune; tuttavia, esso nella Chiesa non è solo un ordine esterno che permette al singolo di adempiere i suoi obblighi e di esercitare i sui diritti, ma è espressione della presenza di Cristo Salvatore, realtà interiore di grazia, che è bene comune proprio perché appartiene ad ogni fedele”, precisa Francesco, chiedendo ai “cultori appassionati” di tener sempre presente il fatto che “la suprema lex, alla luce della quale dev’essere formulata, interpretata e applicata ogni legge ecclesiastica, è la salus animarum, che già si va attuando ora, ma giungerà alla sua pienezza alla fine dei tempi”. “La legge, canonica o civile che sia, è fatta per l’uomo non l’uomo per la legge”, ricorda Francesco parafrasando una frase di Gesù ed esortando al “discernimento spirituale” che tenga conto che “il popolo di Dio vive nella storia, quindi le sue forme di vita e organizzazione non possono essere immutabili”. Di qui la necessità di “tradurre il volere di Cristo per la Chiesa, che come tale deve rimanere nel tempo, in forme che favoriscano il compimento della missione ricevuta dal suo fondatore: annunciare il Vangelo della salvezza a tutte le genti”. “Tutte le dimensioni e strutture ecclesiali debbono operare una conversione pastorale e missionaria, per portare al mondo l’unica cosa di cui ha bisogno: il Vangelo della misericordia di Gesù”, raccomanda il Papa, secondo il quale “anche il Diritto canonico è investito di questo mandato che il Maestro ha dato alla sua Chiesa, quindi è necessario che sia più pastorale e missionario”. Nell’applicare le norme, spiega Francesco, bisogna far sì che i fedeli “vi trovino la presenza di Gesù misericordioso, che non condanna, bensì esorta a non peccare più perché dà la grazia”.

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