“Il dolore non si può spiegare, non si può capire. Si può solo condividere, nel silenzio e con amore. Ed è quello che vogliamo fare oggi: condividere il vostro dolore, senza pretesa di comprendere ma semplicemente per amore… condividerlo nel silenzio”. Lo ha detto l’arcivescovo ordinario militare per l’Italia (Omi), mons. Santo Marcianò, celebrando questa mattina, nella chiesa concattedrale Gran Madre di Dio a Taranto, i funerali di Cosimo Aloia, Alberto Battafarano e Domenico Ruggiero, i tre militari appartenenti alla Brigata Pinerolo 7° Bersaglieri di stanza ad Altamura (Bari) morti in un incidente stradale avvenuto lunedì scorso sulla statale 100 Taranto-Bari, nel territorio di Mottola. Viaggiavano, con altri due colleghi rimasti feriti, su una Fiat Multipla che si è scontrata con un minivan condotto da Michele Barletta, di Bitritto (Bari), anch’egli deceduto e ricordato dal presule nel corso della liturgia.
Nell’omelia mons. Marcianò ha voluto sottolineare la presenza e l’affetto con cui la comunità locale ha circondato le famiglie delle vittime: “È bello vedere quanto amore trabocchi dai vostri Vescovi, dai vostri parroci, dai giovani, dagli scout e da tutti i membri delle vostre parrocchie, dal coro che ha voluto animare questa Liturgia, offrendoci note di speranza. Quanto è importante che una comunità civile sappia riconoscere il senso di appartenenza dei militari. Alberto, Cosimo e Domenico erano, potremmo dire, di tutti, erano un dono per tutti. Le tante testimonianze su di loro che in questi giorni si sono succedute, lasciano veramente commossi, edificati e ammirati dinanzi alle loro vite semplici ma davvero esemplari”. Riferendosi, poi, all’immagine delle stelle contenuta nella Lettura del Profeta Daniele, proclamata poco prima, mons. Marcianò ha detto: Alberto, Cosimo, Domenico sono stelle perché hanno lavorato per la ‘giustizia’, e la loro giustizia continua a vivere, soprattutto se voi, cari colleghi, continuerete la loro opera. Sono come le stelle perché risplendono in questo momento di buio, di dolore tremendo portando la luce della speranza. Sono come le stelle perché saranno una guida sicura, luminosa, alla quale potrete guardare nei momenti di dubbio, difficoltà, incertezza, solitudine; soprattutto voi, cari familiari”. A concelebrare il rito funebre anche l’arcivescovo di Taranto, mons. Ciro Miniero.