“Vorrei che questo tempo di Avvento segnasse per tutti noi l’attesa certa della pace. Perché la pace verrà”. Così scrive nella sua lettera per l’Avvento l’arcivescovo di Napoli, mons. don Mimmo Battaglia, partendo da un verso – “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” – di Cesare Pavese.
“Indipendentemente dall’intenzionalità poetica dell’autore – osserva il presule – quante volte questi versi mi sono venuti in mente nel mio percorso di uomo, di prete, guardando in faccia la disperazione e la morte negli occhi di tanti ragazzi e ragazze vittime della dipendenza, incontrando persone che avevano smarrito ogni amore per la vita a causa delle proprie ferite ma anche di una società che pareva aver dimenticato il senso della cura e dell’attenzione a chi resta indietro”.
“Nel tempo – prosegue l’arcivescovo – ho, poi, imparato ad andare oltre e a rintracciare negli occhi dei disperati e dei sofferenti, negli occhi dei più marginali e dei piccoli, l’antidoto stesso al male e al non senso. In questo mondo e in questo tempo lacerato da guerre fratricide, da faide interminabili, da conflitti non solo internazionali ma spesso anche sociali, culturali, familiari, vorrei che questo tempo di Avvento segnasse per tutti noi l’attesa certa della pace”. Perché, afferma mons. Battaglia, “la pace verrà. E verrà non tanto e non solo grazie ai trattati dei Governi e alle decisioni di chi detiene forza e potere. No, la pace – che per noi ha il volto e il nome di Gesù Cristo – verrà anche grazie all’attesa dei piccoli, alla loro straordinaria capacità di sperare contro ogni speranza, e alla nostra decisione ferma di essere al loro fianco, con la lampada accesa, desiderosi di veder sorgere il sole di giustizia, il sole della pace”.