“Quasi 10mila bambini in Campania potrebbero nascere in condizioni di maggiore sicurezza”. Lo ha detto Francesco Raimondi, direttore Uoc di neonatologia e terapia intensiva neonatale dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, in apertura del V Convegno internazionale di neonatologia, “Neonatology in Naples” che si chiude domani a Napoli.
“Abbiamo 49 punti nascita nella nostra Regione, 33 di I e 16 di II livello, per un totale di 44.391 nati (dati Sdo 2022) – ha proseguito Raimondi -. Solo il 37% di questi punti nascita (18) realizza più di 1000 nati/anno, il 41% tra i 500 ed i 1000 e il 22% meno di 500. Nel frattempo, la mortalità neonatale rimane al di sopra della media nazionale”.
Il volume di attività ottimale dei Punti nascita dovrebbe essere di almeno 1.000 nati/anno e un volume inferiore a 500 nati/anno rappresenta un rischio per la diade madre-neonato. Un ospedale è tanto più sicuro, quanti più sono i parti che segue, perché aumenta la casistica e l’esperienza del suo staff, a cui vanno aggiunte attrezzature e tecnologie sempre più all’avanguardia ed il cui investimento richiede anche una efficienza nell’utilizzo. Un alto volume di attività si associa, inoltre, a costi più bassi.
“Come neonatologi abbiamo il dovere di assicurare a questi neonati ed alle loro mamme le migliori cure ed assistenza possibili. Ciò passa anche dalla piena attivazione del sistema di trasporto neonatale che sconta un ritardo di oltre 25 anni da quanto previsto dalla stessa normativa regionale,” ha concluso Raimondi.