“Il Festival è un luogo libero, promosso non da un interesse particolare ma da persone che hanno il solo interesse a formare le coscienze”. Lo ha affermato questa mattina Alberto Stizzoli, presidente della Fondazione Segni Nuovi, presentando presso la Filmoteca Vaticana la XIII edizione del Festival della Dottrina sociale della Chiesa che si terrà dal 24 al 26 novembre prossimi presso il Palaexpo Verona Fiere sul tema “Socialmente liberi”.
La kermesse di quest’anno si pone in continuità con le precedenti e, di fatto, continuerà la riflessione sul tema delle relazioni “visto però – ha spiegato Stizzoli – attraverso i nuovi mezzi che ci sono, dall’intelligenza artificiale ai social”. Realtà – ha proseguito – che “hanno una grande incidenza nel nostro modo presente e futuro di essere in relazione”. “La cosa per me sconvolgente è che i social come le app ci danno la possibilità di non coinvolgerci mai pienamente con gli altri”. “Arriviamo molto vicini all’altro, ma – ha osservato – non lo tocchiamo mai. Perché? Perché abbiamo questa difesa, questo scudo che ci dà la possibilità di tirarci indietro se per caso qualcosa non ci va bene”. Stizzoli ha poi insistito sul concetto di “relazioni gratuite” e sull’importanza di “averne cura”. “Il Festival è una relazione gratuita. Ci sono persone che ci lavorano con un coinvolgimento di gratuità totale”. Invece, quotidianamente si sperimenta come “siamo tutti orientati ad avere relazioni che ci devono dare qualcosa, un ritorno”. “La relazione con la persona dev’essere gratuita e ha bisogno del nostro coinvolgimento, della nostra vicinanza. Il Festival è un luogo dove questo ce lo trasmettiamo, ce lo diciamo”.
Nel corso del suo intervento, Stizzoli ha ripercorso la storia dei Festival e ha ricordato la figura di don Adriano Vincenzi, fondatore e curatore della kermesse, scomparso nel 2020. “Diceva – ha ricordato il presidente – che dovremmo riconoscere in maniera diffusa che le persone non virtuose non sono più idonee ad assumere responsabilità riguardanti gli altri. Non si può, cioè, essere indifferenti e farsi solo i fatti propri e avere nel contempo responsabilità che riguardano la società”. “Il Festival – ha commentato Stizzoli – è nato per questo: non per l’impresa ma per l’imprenditore, non per la ricerca scientifica ma per l’ammalato, non per l’ambiente ma per le persone che vi operano e che ci vivono. Perché persone sane, persone formate producono risultati certamente di valore”.