Commissione Ue: riforme richieste a Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Macedonia del Nord e Serbia

(Bruxelles) La parte relativa ai Balcani occidentali nel rapporto sull’allargamento, diffuso oggi dalla Commissione europea, è in chiaroscuro. Note positive si registrano però per la Bosnia-Erzegovina: “Lo status di candidato dello scorso anno ha portato una dinamica positiva tanto necessaria. Un nuovo governo è stato insediato subito dopo le elezioni e ha iniziato a portare avanti le riforme, in particolare attraverso gli emendamenti che introducono controlli di integrità nel sistema giudiziario. Tuttavia sono necessari ulteriori sforzi. Ciò include l’adozione di importanti riforme dello Stato di diritto e del sistema giudiziario e l’avanzamento delle riforme costituzionali ed elettorali, che sono della massima priorità per garantire pari diritti a tutti i cittadini. È anche importante preservare l’ordine costituzionale del Paese. Le misure secessioniste e autoritarie introdotte nella Republika Srpska non sono in linea con il percorso dell’Ue.
Sul Montenegro: “I progressi sulle riforme per l’adesione all’Ue sono in gran parte in fase di stallo, poiché nel periodo in esame il Montenegro ha sofferto di una profonda polarizzazione e instabilità politica. L’Ue accoglie con favore la costituzione del nuovo parlamento e la formazione del governo, che ci aspettiamo dimostri rapidamente la sua capacità e il suo impegno nel percorso del Montenegro verso l’Ue e realizzi le riforme legate all’adesione”.
“La Serbia ha continuato ad attuare le riforme legate all’adesione, anche nel settore dello Stato di diritto. La Serbia ha iniziato ad attuare le modifiche costituzionali del 2022 per rafforzare l’indipendenza della magistratura e ha adottato una nuova legislazione sui media”. La Serbia “deve migliorare, in via prioritaria, il suo allineamento con la politica estera e di sicurezza comune dell’Ue, comprese le misure restrittive e le dichiarazioni sulla Russia”. Inoltre Belgrado “deve cooperare pienamente e adottare tutte le misure necessarie per garantire la responsabilità del violento attacco alla polizia del Kosovo del 24 settembre e dell’attacco alla Kfor del 29 maggio. Per quanto riguarda la normalizzazione delle relazioni con il Kosovo, mentre è stato raggiunto un accordo nel dialogo facilitato dall’Ue, sia la Serbia che il Kosovo devono ancora iniziare ad attuare i rispettivi obblighi, che sono vincolanti per le parti e costituiscono una parte fondamentale del loro percorso europeo”.
Nella Macedonia del Nord “le autorità hanno costantemente affermato che l’adesione all’Ue rimane il loro obiettivo strategico. La Macedonia del Nord ha continuato ad allinearsi pienamente alla politica estera e di sicurezza comune dell’Ue”. Il Paese “ha inoltre compiuto alcuni progressi nel settore della giustizia, della libertà e della sicurezza, compresa la lotta alla criminalità organizzata e la gestione della migrazione”. La Macedonia del Nord deve però “impegnarsi nell’attuazione delle riforme legate all’Ue, tra cui il sistema giudiziario, la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata, la riforma della pubblica amministrazione”.

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