(da Bruxelles) “C’è un problema di sicurezza che periodicamente si ripropone nei nostri Paesi, con inquietanti episodi di terrorismo; ma c’è anche un problema di adeguata informazione e di tendenze ideologiche e pregiudizi che non preoccupano meno, considerati i rigurgiti di antisemitismo che si ripresentano specialmente in queste circostanze, oltre che la polarizzazione verso l’una o l’altra causa che le manifestazioni di piazza denunciano, perdendo di vista la complessità delle situazioni e la considerazione della sofferenza di tutti quelli che la patiscono e non solo di una parte di essi”. Sono queste le preoccupazioni che alla luce dei diversi scenari di conflitto, dall’Ucraina alla Terra Santa, stanno a cuore ai vescovi delegati delle Conferenze episcopali dell’Unione Europee e ad elencarle è stato mons. Mariano Crociata, presidente della Comece, aprendo questo pomeriggio a Bruxelles l’assemblea di autunno dei vescovi Ue. “Sono trascorsi poco meno di due anni dall’avvio dell’aggressione russa contro l’Ucraina che ha scatenato una guerra di cui non si riescono a intravedere prospettive di sorta”, ha detto Crociata. “Ad essa lo scorso 7 ottobre si è aggiunto l’attacco terroristico di Hamas contro Israele, a cui è seguito un conflitto che proprio in questi giorni sembra conoscere una escalation inarrestabile”. A Bruxelles i vescovi avranno modo di dialogare con l’arcivescovo maggiore Schevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, e di ascoltare la testimonianza del patriarca Pizzaballa. “Sarà l’occasione per dire la nostra piena solidarietà alla sofferenza dei loro fedeli, ma anche per ribadire il nostro rifiuto del terrorismo come metodo di lotta politica, la nostra condanna nei confronti di ogni forma di trasgressione del diritto internazionale e del rispetto dei confini e della dignità e intangibilità di ogni nazione, soprattutto la nostra pena per tutte le vittime della violenza, particolarmente i civili, i bambini, le donne, gli anziani, per lo sconvolgimento della vita di tante famiglie, per le sofferenze immani di feriti e di sfollati. Per quanto è in nostro potere, ci impegniamo a sostenere la causa della giustizia e dei diritti di singoli e di comunità locali e nazionali”. “Anche per questo – ha proseguito il presidente della Comece – non possiamo rimanere insensibili di fronte al significato e agli effetti delle posizioni che l’Ue assume sui conflitti, insieme a tante altre situazioni che si dispiegano sotto i nostri occhi. Facciamo nostre le parole di Papa Francesco a Lisbona, lo scorso 2 agosto, quando a proposito di essa ha detto: ‘Di Europa, di vera Europa, il mondo ha bisogno: ha bisogno del suo ruolo di pontiere e di paciere nella sua parte orientale, nel Mediterraneo, in Africa e in Medio Oriente’”.