L’Unicef sta valutando con attenzione i possibili effetti del recente accordo Italia- Albania sulle persone di minore età e conferma “la necessità di preservare sempre l’unità familiare”. In base alle informazioni rese pubbliche, l’accordo sulla gestione dei flussi migratori provenienti da Paesi terzi punterebbe a sostenere e facilitare il trasferimento dei richiedenti asilo adulti che arrivano in Italia in centri di accoglienza in Albania, con possibili conseguenze legate alla separazione dei nuclei familiari. “Nell’ambito di queste nuove misure, occorre fare il possibile per mantenere le famiglie unite. La separazione delle famiglie è infatti una situazione profondamente angosciante per i bambini, che li espone a un rischio maggiore di violenza, abuso e sfruttamento. In linea con l’articolo 9 della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, gli Stati sono chiamati a vigilare affinché il minore non sia separato dai suoi genitori a meno che la separazione non avvenga in considerazione del suo superiore interesse. Nessun accordo sulla gestione della migrazione o sull’asilo dovrebbe pertanto sostenere o facilitare la separazione dei bambini dalle loro famiglie”, dichiara Nicola Dell’Arciprete, coordinatore Risposta dell’Ufficio Unicef per l’Europa e l’Asia centrale in Italia. L’Unicef è presente nelle zone di frontiera con Protect, progetto sostenuto dalla Direzione generale Migrazione e affari interni della Commissione europea con l’obiettivo di garantire servizi di protezione essenziali, tra cui la salute mentale e il sostegno psicosociale, l’accesso alle informazioni e l’orientamento a servizi specializzati. L’organizzazione ha ribadito più volte, anche con l’aumento dei flussi migratori durante il periodo estivo, “la necessità di meccanismi di solidarietà europea per garantire una condivisione di responsabilità e il rispetto dei diritti di bambine e bambini – in particolare di quanti viaggiano da soli, donne, famiglie e individui più vulnerabili”.