Sembra proprio che non ci sia più alcuna speranza per la piccola Indi Gregory, la neonata di sette mesi, affetta da una malattia rara del Dna mitocondriale, alla quale i medici dell’ospedale “Queen’s Medical Centre” di Nottingham vogliono da settimane staccare i supporti vitali. I giudici del Tribunale di appello di Londra, Lady Justice Eleanor King e Lord Justice Peter Jackson, hanno, infatti, deciso di respingere l’ultimo tentativo dei genitori della bambina di fermare i dottori, senza concedere loro un’altra udienza. Indi, che l’Ospedale Bambino Gesù di Roma è pronto ad accogliere e curare, dovrebbe morire questo pomeriggio, alle 15 ora italiana, quando verrà staccato il respiratore artificiale che la mantiene in vita. Una protesta, organizzata dai genitori e dai loro sostenitori, è stata organizzata, ieri, fuori dall’ospedale dove si trova la bambina. “Non riusciamo a capire come possa essere nell’interesse di Indi, come hanno deciso i giudici, morire”, ha dichiarato il padre della bambina, Dean Gregory, 37 anni, che è assistito dalla charity “Christian Concern” del movimento per la vita britannico “Abbiamo questa offerta dall’Italia dove vi sono esperti che dicono che è possibile curarla”. Come è già capitato, negli anni scorsi, con i piccoli Charlie Gard, Alfie Evans e Archie Battersbee lo stato britannico ritiene rischioso il trasferimento di questi bambini all’estero perché ricevano cure e pensa di conoscere meglio della famiglia quale sia il loro migliore interesse.