“Questa mattina raid israeliani hanno colpito la nostra scuola delle Suore del Rosario di Gerusalemme nella zona di Tel al-Hawa danneggiando il grande cortile esterno e arrecando danni alle strutture circostanti”: a dare al Sir la notizia è suor Nabila Saleh, preside della scuola, la più grande della Striscia con i suoi 1250 alunni, in larghissima maggioranza musulmani.
“Poco fa i tre giovani che erano nella scuola a guardia per evitare saccheggi mi hanno avvisata del bombardamento – spiega la religiosa attualmente sfollata nella parrocchia della sacra Famiglia – purtroppo le comunicazioni sono interrotte in quella zona perché sono ancora in corso i bombardamenti ed è impossibile andare per vedere i danni subiti”. Suor Nabila parla anche di bombe su scuole dell’Unrwa e, “ieri sera sulla università Al-Azhar, dell’Autorità palestinese”. Suor Nabila ricorda la sua scuola come “la più bella e attrezzata della Striscia. Avevamo anche pannelli solari – donati dalla Cei con i fondi 8×1000 – che fornivano luce e ci permettevano di fare lezione anche quando non c’era elettricità. Colpire le scuole significa colpire anche il futuro dei giovani di Gaza. Mi chiedo perché distruggere le scuole, cosa vogliono ottenere?” “A Gaza non è rimasto nulla – dice suor Nabila – la maggioranza della popolazione ha perso l’abitazione, non ci sono più scuole, gli ospedali sono al collasso e non riescono a curare malati e feriti, le strade non esistono più, non c’è più niente”. “Nel compound parrocchiale cerchiamo di andare avanti. Questa notte è trascorsa interamente sotto le bombe, i bambini sono terrorizzati, gridano e piangono. Abbiamo paura noi che siamo adulti, pensate a cosa stanno vivendo i bambini. Imploriamo le parti in lotta di fermare questo massacro prima che Gaza muoia del tutto”.