“All’inizio di questo mese in cui onoriamo la Patria, come leader delle diverse comunità di fede del nostro Paese, ispirati dalla missione profetica di accompagnare le comunità e le persone che lottano per la difesa della Casa comune, ribadiamo la nostra preoccupazione per la crisi che stiamo vivendo in questi giorni, dovuta all’approvazione della Legge di Contratto di Stato con la società Minera Panama S.A”. I vescovi di Panama tornano a far sentire la loro voce, attraverso un messaggio condiviso con i rappresentanti delle altre fedi, riuniti nel Comitato ecumenico e con il Comitato interreligioso di Panama, nella rinnovata convinzione che il modello “estrattivista” generi “gravi danni alla vita umana e all’ambiente, e pur generando molto denaro, non contribuisca allo sviluppo umano integrale”.
Nel messaggio si esprime appoggio per la massiccia partecipazione dei cittadini alle manifestazioni di protesta di queste settimane: “Apprezziamo il modo in cui il popolo panamense si è vestito con l’insegna tricolore, in cui si è sentito il protagonismo di tutti i gruppi nelle manifestazioni pacifiche, come espressione democratica del loro clamoroso no alle miniere”. Di fronte “a questa testimonianza di maturità civica, per il bene comune, e senza indebolire le espressioni di protesta, chiediamo che vengano istituiti spazi o corridoi umanitari per consentire il trasferimento di ambulanze, forniture ospedaliere, generi alimentari, il passaggio di migranti e altri prodotti necessari per la popolazione, soprattutto quella più vulnerabile”
Proseguono i firmatari: “Riteniamo che la cosa più ragionevole da fare sia aspettare che la Corte Suprema di Giustizia, comprendendo il momento difficile che stiamo attraversando, agisca rapidamente e si pronunci sulle cause presentate, emettendo una sentenza legale sulla costituzionalità o meno della legge che ha approvato il contratto minerario, e sul contenuto di tale contratto. E nel caso in cui venisse dichiarato incostituzionale, dovrebbe fare luce sul percorso che lo Stato dovrà seguire per ripristinare la legalità”.
Conclude il messaggio: “Siamo convinti che un numero crescente di panamensi pensi e agisca per amore del proprio Paese e per il benessere di Panama. Un segno di speranza è l’emergere di nuovi attori, soprattutto giovani. I tempi difficili sono un’opportunità per apportare cambiamenti e trasformare i sistemi di ingiustizia in cui vive la nostra società. Non dimentichiamo che la patria è un dono, ma anche un compito che tutti noi dobbiamo assumerci rivendicando i nostri diritti e adempiendo ai nostri doveri”.