“Con il cristianesimo l’umiltà è divenuta la virtù per eccellenza; non era più – come per i pagani – sinonimo di meschinità, pavidità, assenza di coraggio. Lo stesso Cristo come scrive san Paolo ai Filippesi pur essendo di natura divina ‘umiliò’ se stesso”. Lo ha affermato stamani, nella Giornata delle Forze Armate e dell’Unità nazionale, l’arcivescovo di Reggio Emilia-Guastalla, mons. Giacomo Morandi, nell’omelia della solenne celebrazione eucaristica in memoria e a suffragio dei caduti di tutte le guerre e per impetrare il dono della pace, presieduta nella cattedrale di Reggio Emilia, alla presenza della autorità civili e militari e delle associazioni d’Arma.
Mons. Morandi – facendo riferimento al brano evangelico e all’attuale situazione internazionale – ha rilevato nell’omelia che le ragioni di tanti conflitti in famiglia, nell’ambito del lavoro, nelle relazioni sociali e tra gli stati risiedono nel cuore dell’uomo che brama il primo posto, il possesso delle cose, il voler far emergere se stesso da parte di chi esercita il potere. L’arcivescovo ha ricordato che il nonno era cavaliere di Vittorio Veneto e aveva combattuto sulla Bainsizza in quella guerra che Benedetto XIV definì “l’inutile strage”; quindi ha fatto riferimento ai cippi che in ogni località ricordano i caduti: soprattutto tanti giovani, una generazione spazzata via. Poi, ha definito “una follia” il conflitto armato, che “si vive anche oggi”. “Tante le famiglie devastate, distrutte per la morte dei figli. Lo stesso Papa Francesco ha affermato che la guerra è sempre una sconfitta”. Infine, il presule ha rivolto un pensiero riconoscente a quanti, indossando una divisa, si impegnano generosamente al servizio della comunità e per la sicurezza dei cittadini.