Firenze ha ricordato questa mattina nella Basilica di Santa Croce le vittime dell’alluvione di Firenze del 1966. La celebrazione è stata presieduta dal vescovo di Fiesole, mons. Stefano Manetti, diocesi a cui appartiene il Comune di Castel San Niccolò. “La Storia ci insegna chiaramente che la giusta percezione di sé non si può avere se non ponendo il proprio io nella cornice del noi: non potrò avere la vera percezione di me se non considerandomi in mezzo agli altri e in favore degli altri – ha detto monsignor Manetti -. Ce lo ha insegnato l’alluvione del 66: insieme alla tragedia immane, le acque vorticose non hanno travolto soltanto le strade e i monumenti, e stravolto la vita di che perse il lavoro, la casa e, purtroppo, un familiare; i vortici dell’Arno travolsero anche gli animi muovendoli in una gigantesca ondata di solidarietà che, insieme alla irriducibile ironia fiorentina, fornì l’impressionante quantità di energia che rese possibile il superamento del trauma e la ricostruzione. Tra le acque limacciose si approfondirono i rapporti umani, si scoprirono in ciascuno nuove risorse morali, fiorirono esempi di generosità, di altruismo, di abnegazione, si scoprirono i lati buoni che ogni persona porta comunque in sé, si superarono barriere psicologiche”. Il vescovo ha ricordato alcuni episodi, tra cui l’ospitalità che gli abitanti di via Ghibellina offrirono ai carcerati delle Murate o l’eroico salvataggio di alcune anziane suore calate dalla finestra nel convento di S. Piero a Ponti, realizzato dai bagnini della Versilia. Alla commemorazione ha portato la sua testimonianza anche Lina Maggi. La messa in ricordo delle vittime quest’anno ha visto, per la prima volta dopo 57 anni, il riconoscimento ufficiale da parte del Ministero dell’Interno di Mario Maggi, come prima vittima dell’alluvione. Presenti numerose autorità locali. Terminati i discorsi ufficiali si è formato un corteo istituzionale, aperto dal Gonfalone e dalla Famiglia di Palazzo di Firenze, che ha raggiunto il centro del Ponte alle Grazie dove, dopo la benedizione del fiume Arno da parte del vescovo Stefano Manetti, è stata lanciata in Arno la corona d’alloro in ricordo delle 36 vittime dell’alluvione di cui 18 in città e 18 in provincia, tra cui le due più piccole vittime, Marina Ripari e Leonardo Sottile, di soli 3 anni, entrambi di Sesto Fiorentino. Prima di raggiungere il Ponte alle Grazie il corteo si è fermato all’Oratorio della Madonna delle Grazie in Lungarno Diaz dove dal 1994 e fino al 2020 è sempre stata celebrata da Firenze Promuove la celebrazione della Santa Messa delle Vittime, per la deposizione di una corona d’alloro del Comune ai piedi della Madonna miracolosa che fino alla metà del 1800 stava su una delle cellette del ponte per proteggere la città di Firenze dalle Alluvioni, e che poi fu abbattuta, come tutte le altre celle, nel 1874 per far passare sul ponte la tramvia dell’epoca.