“Un’eredità viva, da continuare a far fruttificare nel cammino della Chiesa del nostro tempo, guardando non indietro ma avanti”. Così il card. Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, ha definito l’eredità di Benedetto XVI, consegnando nella Sala Regia del Palazzo apostolico vaticano i Premi Ratzinger 2023 a due filosofi e teologi: Paolo Blanco Sarto, professore ordinario all’Università di Navarra nelle aree dell’ecumenismo, della teologia sacramentale e del ministero, e Francesc Torralba Rosellò, professore accreditato di etica presso l’Università Ramon Llul. “Poco meno di un anno fa Benedetto XVI terminava il suo lungo cammino terreno”, ha esordito il cardinale: “Perciò quest’anno la cerimonia di consegna dei premi intitolati al suo nome assume il carattere di un incontro in sua memoria e di riflessione sull’eredità che ci ha lasciato”. Poi Parolin ha reso omaggio agli “spunti preziosi” offerti da due professori premiati e, a proposito della Fondazione Ratzinger ha affermato: “ulteriori iniziative continueranno ad essere orientate a questo fine, con larghezza di orizzonti culturali ed ecclesiali”. “A differenza del suo predecessore e successore, quello di Benedetto XVI non si presenta come un tempo di eccezionale dinamismo sulla scena nazionale e globale, ma come un magistero caratterizzato dalla lettura in profondità della situazione culturale e spirituale del mondo all’inizio questo millennio”, ha affermato Parolin soffermandosi su “alcuni aspetti caratteristici del suo servizio come pastore della Chiesa universale che rimangono e rimarranno ispiratori per tutti noi e non solo per fedeli cattolici”. Tra questi, “i segni di mutazioni e di crisi nei rapporti tra uomini e popoli e con la creazione, nella visione dell’uomo e dei suoi diritti manifestati con crescente evidenza, lasciando intravedere la gravità degli sviluppi che ne seguono e l’urgenza della capacità di farvi fronte, su cui insiste con coraggio ed energia il presente pontificato, come dimostra anche il viaggio che Papa Francesco avrebbe dovuto cominciare domani, se ragioni di salute non l’avessero costretto a rinunciare”.