“Sono sempre più numerosi i Paesi in cui la pace è minacciata o cancellata. La tragedia della guerra è tornata vicino a noi”. Lo ha sottolineato oggi pomeriggio il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della cerimonia di consegna delle onorificenze dell’Ordine Militare d’Italia.
Il Capo dello Stato ha ricordato che “la tragedia della guerra è tornata vicino a noi”. “La brutale aggressione all’Ucraina da parte della Federazione Russa ha riportato d’attualità la consapevolezza che la guerra è ancora possibile anche in Europa”, ha proseguito Mattarella, secondo cui “la guerra in Ucraina è, prima di tutto, la tragedia del popolo ucraino che, da oltre diciotto mesi, combatte e soffre con tante vittime e devastazioni, ma è anche un gravissimo attacco all’intera comunità internazionale e alle regole faticosamente costruite nell’ambito delle Nazioni Unite. Tutto questo sta provocando effetti generali destabilizzanti”. “Un’altra tragedia è in atto in Medio Oriente”, ha aggiunto il presidente: “I vili attacchi terroristici portati da Hamas lo scorso 7 ottobre contro inermi cittadini dello Stato di Israele – dai bambini agli anziani – hanno alimentato drammaticamente l’irrisolto conflitto israelo-palestinese, con migliaia di morti su entrambi i fronti, pagando un prezzo elevato per un contrasto che da oltre settant’anni dilania la regione senza che si sia pervenuti, responsabilmente, a una soluzione condivisa”. “Purtroppo – ha osservato il Capo dello Stato – tensioni e crisi affliggono molte altre parti del mondo: nei Balcani, nel Nord Africa, nel Sahel, nelle repubbliche del Caucaso, per ricordare soltanto quelle a noi più vicine”. “Soltanto un rinnovato impegno, nel solco nelle nostre scelte atlantiche ed europeiste, può rafforzare l’unità di intenti tra le democrazie, necessaria per difendere i valori delle nostre comunità e contribuire a creare un ambiente internazionale pacifico e prospero”, la convinzione di Mattarella che, nell’occasione, ha voluto ricordare “tutti coloro che hanno sacrificato la vita per consentirci di vivere in un Paese libero e prospero” ed “esprimere sentimenti di apprezzamento e di riconoscenza a tutte le donne e gli uomini in divisa, impegnati in operazioni in Italia e all’estero; e ai loro familiari”.