La situazione ad Haiti è sempre più tragica: si deteriora sempre di più giorno dopo giorno e la possibilità di attuare interventi umanitari a sostegno della popolazione, tenuta in ostaggio dalle bande armate, diventa sempre più limitata. Una crisi mai raggiunta prima: ogni giorno muoiono persone a causa della violenza e della fame, una perdita di vite umane evitabile. L’isola è al 170° posto su 189 Paesi secondo la classificazione dell’indice di sviluppo umano di Undp, con uno score di sviluppo di 0.510, il più basso dell’intero continente americano e di tutto l’emisfero settentrionale. Lo ricorda oggi l’Ong Avsi che ha organizzato il 27 novembre al Parlamento europeo un tavolo di discussione intitolato “Haiti: intervenire subito per uscire dalla crisi. Proposte concrete dal terreno”. Avsi ha realizzato un position paper che avanza proposte precise di azioni da intraprendere immediatamente, basandosi sulla sua esperienza sul campo, sulla conoscenza diretta e capillare della realtà locale e della sua vicinanza ai più vulnerabili. Perciò individua alcuni ambiti dove intervenire immediatamente: educazione e formazione professionale, sicurezza alimentare e diritti umani. “Non possiamo permettere che la situazione ad Haiti cada nel dimenticatoio”, commenta Fabio Massimo Castaldo, già vicepresidente e membro non iscritto del Parlamento europeo. “Haiti da sola non può trovare una soluzione, ha bisogno del sostegno da parte di tutti noi – afferma Fiammetta Cappellini, Avsi Regional Manager Caraibi -. Spero che il mondo rinnovi l’interesse e la volontà di accompagnare gli abitanti di quest’isola in un percorso democratico e di aiuto soprattutto verso donne e bambini, le fasce più vulnerabili della popolazione. Non lasciateci soli”.