“Quelli che noi chiamiamo persone fragili sono per me un luogo teologico nel senso che loro sono l’incontro oggettivo, visivo, concreto con il Cristo ferito ed emarginato”. È quanto ha affermato, mons. Francesco Savino, vescovo della diocesi di Cassano All’Jonio e vice presidente della Conferenza Episcopale Italiana, intervenendo, a Reggio Calabria, al seminario di studi, dal titolo: “Un altro punto di vista: il valore delle differenze”, giunto alla seconda edizione, organizzato dal Servizio Nazionale per la pastorale delle persone con disabilità e dall’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro. Il presule della diocesi cassanese, nelle conclusioni ha dichiarato: “siamo tutti chiamati a non fermarci, ad aprirci, a comprendere la profondità delle questioni. Come diceva don Tonino Bello per vivere la convivialità delle differenze, dove la differenza è un valore aggiunto, non possiamo essere neutrali. I neutrali – ha rimarcato mons. Savino -, li definisco i criminali dell’animo. Dobbiamo avere il coraggio di dire da che parte stiamo e io come vescovo ho il coraggio di dire che sto dalla parte delle differenze”. “Siamo chiamati ad essere segno di contraddizione – ha aggiunto- perché ogni volta che cerchiamo di omologarci contraddiciamo la verità. Dobbiamo ritornare ad essere il popolo delle Beatitudini capaci di attivare un processo di evoluzione che è culturale, politica, sociale e religioso, che per noi del Sud, significa recuperare l’idea di popolo. Noi come Chiesa dobbiamo tornare a pensare, ma con pensieri profondi e lunghi”.