“La combinazione di cambiamento climatico e conflitti sta seminando il caos in tutto il mondo. Gli angoli più fragili del pianeta – quelli che hanno contribuito meno al cambiamento climatico – hanno anche ricevuto il minor sostegno per le attività di preparazione. E quando le persone sono costrette a lasciare le proprie case o a lottare per trovare cibo a causa degli shock climatici, questo alimenta i conflitti per l’insicurezza e la disperazione”. Lo afferma Cindy McCain, direttrice esecutiva del World food programme (Wfp), nell’imminenza della Cop28 di Dubia. “C’è bisogno di meccanismi di difesa più forti per evitare che accada il peggio dal momento che gli eventi climatici si intensificano e hanno sempre maggiore impatto. Se il mondo non si fa avanti per aiutare ora, nel futuro assisteremo a più fame e più instabilità”, aggiunge McCain.
Il Wfp sarà alla Cop28 per chiedere “un’azione urgente sul clima al fine di proteggere quanti sono in prima linea nella crisi climatica. La crisi climatica sta provocando la fame in tutto il mondo: gli estremi climatici hanno spinto, solo lo scorso anno, ben 57 milioni di persone in una grave insicurezza alimentare”. A Dubai il World food programme presenterà soluzioni per proteggere le persone più colpite dai cambiamenti climatici, in particolare nelle aree fragili e colpite da conflitti.
“L’anno scorso, il Wfp ha aiutato 15 milioni di persone in 42 Paesi a proteggersi da shock climatici sempre peggiori”, spiega Gernot Laganda, direttore del Wpf per il Clima e la riduzione del rischio disastri. “Nello stesso periodo, però – precisa –, altri 57 milioni di persone hanno sofferto la fame acuta a causa di eventi meteorologici estremi. Siamo pronti ad aumentare la protezione climatica attraverso sistemi di allarme rapido, trasferimenti anticipati di denaro, assicurazione climatica e progetti di resilienza a livello comunitario, ma per mettere in atto questa protezione vitale abbiamo bisogno di un maggiore impegno da parte dei finanziatori del clima e dello sviluppo”.