Colombia: a sette anni dalla pace con le Farc ancora omicidi di leader sociali ed ex guerriglieri. Cala la deforestazione. Il ruolo della Chiesa nelle periferie

Centocinquanta. È il numero dei leader sociali e difensori dei diritti umani uccisi in Colombia dall’inizio dell’anno, con la morte di Luis Mendoza, nel dipartimento settentrionale di Cordoba. Una cifra tonda raggiunta nel fine settimana, secondo la rilevazione dell’ong Indepaz, all’indomani delle celebrazioni per il settimo anniversario della firma del trattato di pace tra il Governo e la guerriglia delle Farc. Sempre nel fine settimana, segnala Indepaz è stato assassinato un altro ex guerrigliero che aveva aderito all’accordo. In tutto, firmatari uccisi in sette anni sono 403. Cifre che esprimono le contraddizioni di un Paese che faticosamente cerca di superare mezzo secolo di guerra, mentre dalle periferie giungono anche notizie positive. La ministra dell’Ambiente e dello Sviluppo Sostenibile, Susana Muhamad, ha annunciato che la deforestazione nell’Amazzonia colombiana è stata ridotta del 70% tra gennaio e settembre 2023, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, passando da 59.345 a 17.909 ettari. L’impegno per una cultura di pace, contro i traffici illeciti e per il rispetto del creato non sarebbe possibile senza l’impegno della Chiesa, come fa notare da Bogotá Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani: “Il vescovo Joaquín Humberto Pinzón, missionario della Consolata e vicario apostolico di Puerto Leguízamo-Solano, ha recentemente concluso il secondo incontro comunitario-minga (il primo avvenne nel 2017) insieme a laici, missionari, religiose proveniente da Colombia, Perù e Ecuador. Emerge la ricchezza di questo cammino sinodale in Amazzonia”. Il vescovo ha parlato di “una Chiesa samaritana, casa comune, sorella e madre che accompagna, ascolta e guida il popolo, annunciando e vivendo la misericordia attraverso la giustizia e la pace, affinché tutti abbiano vita piena e in abbondanza”. Prosegue Morsolin: “Costruire cammini di pace e giustizia a queste latitudini, è molto complicato e controcorrente, visto il potere del narcotraffico in questa zona di frontiera. Il vescovo Pinzón sta realizzando la campagna ‘Non solo Coca’ iniziata nel 1997 dal vescovo Augusto Castro Quiroga e da missionari italiani della Consolata, come padre Giacinto Franzoi a Remolino, per non criminalizzare i campesinos coltivatori di coca, ma colpire il grande narcotraffico internazionale e cercare alternative di sviluppo sostenibile in Amazzonia”.

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