“Il rispetto e la cultura dell’inviolabilità dei diritti di ciascuna donna nasce sui banchi di scuola, cresce in famiglia e si confronta con il messaggio spesso perverso che attraversa i mezzi di comunicazione con messaggi edonistici e consumistici basati sul corpo femminile”, lo ha dichiarato l’avvocato Alberto Gambino, rappresentante italiano dell’Ecri, la Commissione del Consiglio d’Europa che si occupa di discriminazioni, violenza e intolleranza, stamane in visita all’installazione “No a More” voluta dalla Fondazione dell’avvocatura italiana, davanti alla sede del Consiglio nazionale forense, nell’occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
“Occorre una profonda azione rieducativa che coinvolga tutti gli attori sociali ed istituzionali in grado di recuperare la centralità della dignità di ogni donna – aggiunge l’esponente del Consiglio d’Europa – per scongiurare l’indifferenza che, davanti ad ogni atto d’odio, diventa altrimenti complice inesorabile di femminicidi, abusi e violenze”. “Il grado di umanità e progresso di un popolo – conclude Gambino – si misura da come viene trattata e rispettata la donna e la sua dignità”.