Anche se si tratta di un fenomeno in gran parte sommerso e addirittura non esiste ancora neanche un sistema che tenga conto del numero esatto degli orfani di femminicidio (oltre 200 in un anno secondo le stime), “solo tra i minorenni presi in carico dai Servizi sociali, le vittime di violenza assistita rappresentano infatti il 32,4% di tutti i minori; e tra i casi emersi di maltrattamento, questa è la seconda forma più diffusa in Italia, dopo le patologie della cura (incuria, discuria, ipercura)”. Lo ricorda oggi, alla vigilia della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, Save the Children.
“Nel nostro Paese sono stati fatti alcuni passi avanti significativi sul piano legislativo e programmatico, ma gli strumenti e i sistemi di tutela e protezione dei minori vittime di violenza assistita e orfani di femminicidio sono ancora ampiamente carenti. Occorre istituire un Osservatorio nazionale permanente che raccolga dati sistematici sulla violenza assistita – spesso ancora invisibile – per orientare efficacemente gli interventi, e definire, con assoluta priorità, un nuovo Piano nazionale antiviolenza pluriannuale che preveda interventi mirati in questo campo, per prendere avvio nel 2024 e così garantire continuità rispetto a quello in scadenza”, ha dichiarato Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children. “Abbiamo accolto con favore in questi giorni l’approvazione della legge per il contrasto della violenza di genere, alla quale Save the Children – nell’ambito del Progetto Respiro promosso dall’impresa sociale Con i Bambini – ha potuto contribuire direttamente, proponendo un emendamento che agevola l’accesso ai fondi per gli orfani di femminicidio, senza che debbano obbligatoriamente prima agire in giudizio nei confronti del femminicida, che spesso è il padre – prosegue Milano -. È necessario in ogni caso un impegno per assicurare un accesso a fondi sufficienti a garantire percorsi individualizzati di lungo periodo con una presa in carico completa, di tipo psicologico, educativo, formativo e sociale dei minori e delle famiglie affidatarie, e che vengano armonizzate le procedure in atto presso le singole Prefetture competenti”.
Tra i progetti di intervento attraverso i quali Save the Children è impegnata da alcuni anni in Italia per la prevenzione, l’emersione e la protezione delle donne vittime di violenza domestica dei loro figli e figlie vittime di violenza assistita e dei minori orfani di femminicidio, i progetti “Ad ali spiegate” e “Punto d’ascolto i Germogli”. “Ad Ali Spiegate”, implementato in collaborazione con alcuni Centri antiviolenza e Case rifugio, che quest’anno ha coinvolto 77 donne e 118 minori beneficiari di doti di autonomia e protezione, e molti studenti beneficiari di percorsi di sensibilizzazione su educazione all’affettività e alle relazioni non violente, è un intervento integrato per il contrasto del fenomeno della violenza domestica e assistita. Il progetto “Punto d’ascolto i Germogli”, attivo a Brindisi, Roma, Torino, Ancona, Milano e Catania, dove ha coinvolto 255 donne e 447 figli/e testimoni accolti e accompagnati ai servizi territoriali specializzati, è un servizio pensato per incrementare l’emersione della violenza domestica e assistita, facilitare l’accesso alla protezione e incrementare il sostegno per le vittime dirette e indirette.