“Lieti nella Speranza”. Anche i giovani della diocesi di Cosenza – Bisignano si preparano a vivere la loro Gmg diocesana (26 novembre) secondo il tema annuale scelto da papa Francesco. Una speranza che si è fortemente alimentata durante la scorsa Giornata mondiale della Gioventù di Lisbona, che ha visto partire dal territorio bruzio oltre 160 giovani legati alla pastorale giovanile diocesana, agli Oblati di Maria Immacolata, ai Dehoniani e ai Neocatecumenali. Ora quella esperienza diventerà condivisione nella giornata di incontro diocesana che si celebrerà a Luzzi, a una ventina di chilometri dal capoluogo. Condividere e donare, i due termini che raccogliamo dal direttore della Pastorale giovanile diocesana, don Franco Staffa. “La gmg diocesana nasce dal desiderio di coloro che hanno partecipato alla Giornata di Lisbona di raccontare la propria esperienza, perché la Gmg per loro è stato un momento di autentica fraternità e questa fraternità si è mantenuta anche ora”. Domenica i giovani della diocesi bruzia sono chiamati a vivere “un segno tangibile di tutto ciò: come Maria si alzò per andare in fretta da Elisabetta per aiutarla, così i ragazzi tornati dalla Gmg si sono alzati dalle proprie poltrone per mettere a disposizione i propri talenti per gli altri giovani”, afferma Staffa. Una bella immagine che dice la catena della testimonianza, soprattutto la circolazione delle esperienze anche tra gruppi appartenenti a carismi diversi. Dalla Gmg diocesana anche un messaggio in stile sinodale. “I giovani di Lisbona proporranno degli aperitivi di condivisione in gruppi – continua don Stafda – direi degli aperitivi sinodali. Faremo dei gruppi, degusteremo qualcosa di buono e insieme discuteremo su cosa sia per loro la speranza”. Sarà il punto di partenza del nuovo anno pastorale, perché le risonanze dei gruppi costituiranno il punto di partenza per il prossimo programma pastorale del Servizio diocesano, che da gennaio si arricchirà di un nuovo percorso formativo. “Vogliamo fare pastorale con i giovani, e non solo per i giovani”, conclude don Staffa.