“Una giornata di forte spiritualità che ha dato ulteriore linfa all’unità e alla coesione che lega la grande comunità dell’Appennino centrale. Questa esperienza ha reso palese il senso di quel ‘metodo sinodale’, che significa ‘camminare insieme’, attraverso il quale dobbiamo compiere l’opera di ricostruzione e di riparazione dell’Appennino centrale”. Così il Commissario alla Riparazione e alla Ricostruzione sisma 2016 Guido Castelli, ha commentato l’udienza privata concessa da Papa Francesco ai rappresentanti delle popolazioni del centro-Italia colpite dal sisma del 2016-2017. Presenti, con il Commissario, anche rappresentanti degli enti locali, i Presidenti delle quattro Regioni del sisma, i 138 Sindaci del cratere, i Vescovi delle diocesi colpite, i Prefetti, i Rettori e i rappresentanti delle professionalità tecniche che contribuiscono alla ricostruzione. “Nel suo intervento – ha spiegato Castelli – Papa Francesco ha toccato temi decisivi, che riguardano molto da vicino il lavoro che quotidianamente svolgiamo. In particolare quello legato alla sostenibilità ambientale, che è strettamente connessa con la ricostruzione nel cratere, che si sviluppa attraverso il rinnovo del nostro patrimonio edilizio. Non a caso anche noi, così come Papa Francesco, saremo alla Cop 28 a Dubai dove la Struttura commissariale presenterà il suo modello di ricostruzione: una buona prassi che prevede di affrontare e gestire l’avanzare della crisi climatica favorendo la presenza dell’uomo e il ripopolamento di questi territori. Il contrasto alla crisi demografica, che da tempo affligge l’Appennino centrale, e il contrasto alla crisi climatica sono due facce della stessa medaglia”. “Particolarmente rilevante”, per Castelli, è il fatto che “il Sommo Pontefice ha fatto riferimento al Programma NextAppennino, la strategia tesa ad accompagnare il rilancio economico e sociale alla ricostruzione materiale. Le persone che vogliono restare, o venire a vivere in queste terre, devono beneficiare di adeguati servizi, opportunità di lavoro e condividere un ambiente comunitario. Attraverso NextAppennino è proprio ciò che stiamo facendo. Il carattere ‘comunitario’ che abbiamo dato a questa ricostruzione è davvero il tratto distintivo che è alla base del cambio di passo che abbiamo impresso alla ricostruzione”.