Festival Dottrina sociale: Nespoli (astronauta), “bisogna unirci insieme per costruire relazioni nella pace”

(da Verona) “Dobbiamo pensare che la Terra sia un ambiente ostile, come razza umana stiamo maltrattando il nostro pianeta, stiamo sfruttando le risorse in modo poco circolare, stiamo finendo le scorte. Vediamo i problemi con cui già abbiamo a che fare, il rischio è che la situazioni peggiori. Bisogna unirci insieme per costruire relazioni nella pace, per andare avanti”. Lo ha affermato oggi pomeriggio Paolo Nespoli, ex astronauta ed ingegnere aerospaziale, durante il panel “Costruire relazioni di pace con la ricerca scientifica” nella prima giornata della XIII edizione del Festival della Dottrina sociale della Chiesa che si terrà fino al 26 novembre presso il Palaexpo Verona Fiere sul tema “Socialmente liberi”.
“Quando si fa ricerca scientifica, per di più in un posto complesso come lo spazio, si prendono risorse da diverse nazioni. Gli astronauti – ha spiegato – mantengono la propria provenienza, ma si lavora come equipaggio alla ricerca di qualcosa di utile per tutta l’umanità. In questo momento sulla Stazione spaziale internazionale ci sono 3 russi, 2 americani, un danese e un giapponese”. In sostanza la Stazione spaziale internazionale “è simbolo di unità per conoscere qualcosa che non si conosce. Per esempio si sfruttano le condizioni per capire cose che sulla Terra non si riuscirebbe a comprendere”. Per questa ragione, ogni astronauta si sente “un essere umano che lavora per il bene di tutta la Terra”. Nello spazio, “ad una distanza di 400 km dalla Terra quando la si guarda la si vede diversamente”. Perché dalla Terra “di quanto sia vasto l’universo non ce ne rendiamo conto. Non pensiamo all’impatto di quanto facciamo nel nostro Paese su quello confinante, siamo troppo legati al nostro giardinetto e di quello del vicino ci interessiamo fino ad un certo punto”. Invece, “dallo spazio sulla Terra non vedi nessun confine, l’Italia un po’ si distingue per la sua forma, ma riconoscere altro è difficile”. “L’unico confine per l’umanità è quello dell’atmosfera”, ha aggiunto. Rispetto alle conseguenze del conflitto scoppiato 21 mesi fa in Ucraina, Nespoli ha rilevato che “i tecnici impegnati nelle missioni lavorano benissimo insieme, sia sulla Terra sia nello spazio. Non ci sono problemi, diverbi. Il problema è politico”, visto che “i funzionari americani non possono andare in Russia a meno che non sia per la Stazione spaziale internazionale”. Dall’ex astronauta l’invito a “lavorare insieme” perché “un team se gestito correttamente fa meglio dei singoli, arriva più lontano”. E sulla Terra come nello spazio, “ci sono tante cose ancora da scoprire”. Nespoli ha osservato che “nonostante l’origine delle scoperte sia stata quella bellica, poi siamo stati in grado di girarle a nostro vantaggio per scopi civili, trovando modi per utilizzarle come strumenti di pace”. Infine la constatazione che “non c’è una ricetta per diventare curiosi, siamo curiosi di natura come razza umana”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori