“L’Unione europea ha affrontato il tema dell’intelligenza artificiale cercando un punto di equilibrio tra il supporto all’innovazione e alla tecnologica e le norme a salvaguardia di principi e valori fondamentali che sono il cuore della nostra identità costituzionale europea”. Lo ha ricordato questa mattina Vittorio Calaprice, analista di politiche digitali presso la Rappresentanza in Italia della Commissione europea, durante il panel “Le relazioni oltre l’AI” nella prima giornata della XIII edizione del Festival della Dottrina sociale della Chiesa che si terrà fino al 26 novembre presso il Palaexpo Verona Fiere sul tema “Socialmente liberi”.
Quello europeo, ha sottolineato, è un “modello antropocentrico”. E poiché l’intelligenza artificiale “ha un impatto molto rilevante sulle relazioni internazionali, sulla geopolitica”, è evidente come “il nostro modello si distingua da quello di altre parti del mondo”, come quelli di Cina, Iran e Stati Uniti. “L’Ue – ha proseguito – dovrà approvare una legge, auspicabilmente nelle prossime settimane, che rappresenterà il primo modello di riferimento giuridico riguardante una disciplina dell’intelligenza artificiale e dei sistemi di IA”. Il principio alla base è quello della “minimizzazione del rischio” rispetto agli impatti su alcuni principi come la libertà di espressione, la salute, le libertà fondamentali. “L’Ue vuole un modello di IA e tecnologie in generale al servizio dell’uomo e non l’uomo al loro servizio”, ha precisato Calaprice: “Un’IA responsabile e che dev’essere con finalità di sviluppo dell’essere umano, dell’ampliamento della sua conoscenza, e dello sviluppo sostenibile del pianeta”. In sintesi “un’IA antropocentrica e planetocentrica”.