“Quest’anno, la ratifica della Convenzione di Istanbul da parte dell’Unione Europea ha aumentato il numero delle parti contraenti e ha lanciato un forte messaggio secondo cui porre fine alla violenza contro le donne è una priorità condivisa in tutta Europa”. Lo scrivono da Strasburgo Dominique Hasler, presidente del comitato dei ministri e Marija Pejčinović Burić, segretaria generale del Consiglio d’Europa in una dichiarazione congiunta. Gli ultimi Paesi in ordine di tempo ad aver ratificato la Convenzione, sono stati l’Ucraina, la Repubblica di Moldavia e il Regno Unito, portando così a 38 il numero di parti vincolate dalla Convenzione entrata in vigore nel 2014. Da quanto analizzato dal gruppo di esperti indipendenti responsabile del monitoraggio dell’attuazione del trattato (Grevio), ogni Stato membro monitorato “ha adottato misure concrete per fermare la violenza contro le donne e combattere la violenza domestica”. Particolarmente positivi sono gli emendamenti alla legislazione di molti Stati membri che basano la definizione di stupro sulla “mancanza di un consenso liberamente espresso”, cosa che permette di perseguire casi che non potevano essere considerati reati. “Chiediamo a tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa che non l’hanno ancora fatto, e agli altri Stati interessati al di fuori dell’Europa”, conclude la dichiarazione del Consiglio, “di unirsi al nostro trattato e ai nostri sforzi per porre fine alla violenza contro le donne.