Tredici opere artistiche per stigmatizzare le varie forme in cui si manifesta la violenza sulle donne. Le ha presentate Fondazione Arché nel corso della conferenza stampa tenutasi oggi, mercoledì 22 novembre, presso la sala stampa dello studio Giovanardi a Milano, alla presenza dell’autore, il disegnatore milanese Alberto Ipsilanti. Oltre a essere presenti nella mostra “I volti dell’anima”, le tredici immagini, concrete ed evocative allo stesso tempo, sono state scelte per decorare il calendario 2024 della Fondazione.
Le opere sono l’esito di un lavoro collettivo, iniziato con la raccolta, tra operatori e operatrici e tra le donne accolte nelle comunità di Arché, di frasi che meglio esprimono nella vita quotidiana quel sentimento patriarcale, maschilista e non rispettoso delle donne, spesso premessa di atti violenti e comportamenti discriminatori. Il materiale raccolto è stato poi rielaborato da Alberto Ipsilanti che in tredici opere dall’alto valore artistico è riuscito a tradurre in immagini queste frasi, aiutando a identificarne e a stigmatizzarne al meglio il messaggio.
Le singole illustrazioni, nel formato 50×50, sono state esibite nella mostra “I volti dell’anima” allestita presso la sala stampa e restano acquistabili sul sito web. Tutte e tredici sono confluite nel calendario 2024 di Arché stampato grazie a Canon e in vendita sul sito di e-commerce della Fondazione, oltre che al mercatino di Natale, ArchéNatale, in corso di Porta Nuova 32 a Milano, dal 25 novembre al 3 dicembre.
“Nelle sue attività quotidiane riceviamo richieste di accoglienza e di presa in carico da parte di donne che insieme ai loro figli sono state oggetto della violenza da parte del partner: nei soli primi undici mesi del 2023, infatti, hanno varcato la soglia di Casa Adriana e Casa Carla a Milano e di Casa Marzia a Roma, le tre comunità mamma-bambino di Arché, ben 27 donne e 50 bambini”, ha detto nel corso della conferenza stampa Luisa Pavia, consigliera di Arché, aggiungendo che “più della metà, sedici, vi sono arrivate per problematiche legate ai maltrattamenti da parte del padre che in cinque casi hanno riguardato anche i minori”.
“Non sempre si riesce a vedere il dolore dell’anima ferita, occorre avere uno sguardo attento e capace di vedere in profondità, perché la violenza subita non sia vissuta come una vergogna. Quando ragazze e donne con i loro figli arrivano nelle nostre strutture sia a Milano, Casa Carla e Casa Adriana, sia a Roma, Casa Marzia, portano sul volto un dolore indicibile che nessun trucco e nessun maquillage riesce ormai a nascondere. La sensibilità di Alberto Ipsilanti ha saputo rendere in maniera plastica la necessità di uno sguardo che sappia riconoscere il dolore dell’anima ferita e nel produrre queste opere sollecita tutti e non solo noi operatori ad affinare lo sguardo e l’attenzione per imparare il rispetto, la delicatezza, la cura dell’anima di chi incontriamo”, è il commento di p. Giuseppe Bettoni, presidente e fondatore di Fondazione Arché.