“L’idea della conservazione e della tutela, oggi universalmente diffusa, conseguenza di un processo di presa di coscienza del valore umanistico del patrimonio culturale, storicamente trova le sue origini negli antichi Stati della Penisola italica e, fra questi, in particolare lo Stato Pontificio, per poi affermarsi nelle legislazioni delle nazioni europee e del mondo intero”. Lo scrive il Papa, nel messaggio inviato inviato al presidente della Commissione permanente per la Tutela dei monumenti storici e artistici della Santa Sede, Francesco Buranelli, e ai partecipanti al convegno “La Commissione per la tutela dei monumenti e la salvaguardia del patrimonio architettonico della Santa Sede. 100 anni di attività (1923-2023)” che si svolge oggi a Roma, presso Palazzo Cesi. “Soprattutto fra il Settecento e l’Ottocento, in particolare come reazione alla vendita di un ingente numero di opere d’arte e a riparazione delle traumatiche spoliazioni di epoca napoleonica, grazie ad alcuni Chirografi papali ed editti dei Cardinali Camerlenghi, si pervenne alla formulazione di specifici principi giuridici, adottati successivamente dalle moderne legislazioni”, ricorda Francesco: “Tra questi, spicca quello di pubblica utilità del patrimonio culturale – da publica utilitas, un concetto proveniente dal Diritto Romano – in base al quale non solo la proprietà pubblica ma anche la privata soggiacciono alle esigenze del bene comune”. Dalla pubblica utilità, inoltre, “derivano il diritto dello Stato a regolare e impedire l’alienazione e l’esportazione di detto patrimonio, nonché il diritto e il dovere di attuazione della tutela giuridica, di conservazione scientifica, il cui primo e imprescindibile atto è la catalogazione, come pure di fruizione o valorizzazione”. In questa prospettiva, lo Stato della Città del Vaticano si è dotato nel 2001 di una Legge sulla tutela dei beni culturali propri e della Santa Sede, “ora da attualizzare per corrispondere efficacemente alle mutate condizioni storiche e sociali, oltre che all’evoluzione sia della legislazione interna sia di quella delle Organizzazioni internazionali”, raccomanda il Papa. “La Chiesa da sempre sostiene e promuove il mondo dell’arte considerandone il linguaggio un privilegiato veicolo di progresso umano e spirituale”, sottolinea Francesco, secondo il quale “i Musei Vaticani possono rappresentare una straordinaria opportunità di evangelizzazione perché, attraverso le varie opere esposte, offrono ai visitatori una testimonianza eloquente dell’intreccio continuo che esiste tra il divino e l’umano nella vita e nella storia dei popoli”.