Germania: dibattito sulla depenalizzazione dell’aborto. I vescovi, “la vita non ancora nata ha bisogno di essere protetta come la vita che nasce”

I vescovi tedeschi sono convinti che la tutela della vita non ancora nata debba continuare ad essere tutelata attraverso il diritto penale. Una regolamentazione esterna al diritto penale non garantirebbe adeguatamente la protezione richiesta dalla Costituzione, secondo un comunicato rilasciato ieri dall’Ufficio cattolico di Berlino, che è l’ufficio di collegamento tra Chiesa tedesca e politica. I vescovi spiegano inoltre che nel dibattito attuale si sottolinea in modo particolare il diritto all’autodeterminazione della donna incinta. “La vita nascente può essere tutelata solo insieme alla donna”. La Corte costituzionale federale ha ripetutamente chiesto una pari protezione della vita non ancora nata. Per affrontare il tema il governo federale ha costituito una commissione di esperti, che ha programmato per domani una prima udienza non pubblica a Berlino. La commissione dovrebbe chiarire se e a quali condizioni, una regolamentazione dell’aborto sia possibile al di fuori del codice penale. Sono state intervistate associazioni, comunità religiose e gruppi di interesse. Associazioni cattoliche come la Caritas e la Skf (Servizio sociale delle donne cattoliche) si sono espresse a favore del mantenimento della precedente normativa. I vescovi tedeschi si oppongono espressamente ad un concetto di “protezione graduale”, come sostiene invece la Chiesa evangelica tedesca, nella sua dichiarazione rilasciata ad ottobre. Un simile concetto non riesce a riconoscere, secondo i vescovi cattolici, “che la vita non ancora nata ha bisogno di essere protetta proprio come la vita che nasce”. Allo stesso tempo, esiste il rischio di sminuire e indebolire la protezione della vita umana in altre situazioni della vita, ad esempio nella ricerca sugli embrioni e sulle cellule staminali.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Europa