La fede salva e guarisce dal male. Lo ha ricordato l’arcivescovo di Reggio Emilia-Guastalla, mons. Giacomo Morandi, rivolgendosi agli iscritti all’Azione Cattolica diocesana riuniti in assemblea nella parrocchia di Pieve Modolena.
La fede è stata il focus della lectio del presule che ha commentato il brano del Vangelo di Marco in cui si narra della guarigione dell’emorroissa e della resurrezione della figlia di Giairo (nome che significa: Dio fa sorgere), capo della sinagoga: un “miracolo sandwich”, come alcuni biblisti commentano. Gesù – ha evidenziato l’arcivescovo – si confronta con il male, con la morte ed è la fede che vince. Il racconta parte dalla riva del mare di Galilea, dove il Signore pone la sua cattedra; Israele non è un popolo di navigatori, non ama il mare, perché vi è il grande nemico il Leviatano.
Coinvolgendo ragazze e ragazzi presenti all’incontro, mons. Morandi con uno stile colloquiale e semplice ha saputo affrontare una tematica assai impegnativa, annuncio del Vangelo e testimonianza della fede, a cui i soci dell’Azione Cattolica sono chiamati ad aderire. Mons. Morandi, richiamando il teologo Danielou, ha osservato che l’ottimismo mondano – andrà tutto bene! – è il peggior nemico della speranza, che passando attraverso la prova del Venerdì Santo, giunge però alla resurrezione. L’emorroissa, malata da 12 anni, e la dodicenne figlia di Giairo sono assimilate dalla impossibilità di generare la vita; la guarigione, grazie alla fede, vince la sterilità. Infatti – ha sottolineato il presule – la fede è la condizione per essere fecondi; essa, infatti, è un incontro con una persona, che si vede e si ascolta: è quanto avvenuto a André Frossard, l’autore di “Dio esiste, io l’ho incontrato”.
Il compromesso – ha ancora notato l’arcivescovo – può dare frutto nell’immediato, ma poi è sterile; la fede fa camminare dove sembra impossibile: essere toccati da Gesù, come ha fatto con le due donne del brano evangelico, cambia ognuno e lo rende capace di generare altri alla fede.