Si è chiusa domenica 19 novembre (dal 17) la visita del card. Pierbattista Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme, alla comunità cattolica di Cipro. Visita voluta dallo stesso patriarca nonostante la guerra in corso a Gaza e la relativa cancellazione di tutte le celebrazioni di benvenuto nella diocesi, programmate da tempo. Secondo quanto riferisce il Patriarcato latino nel corso della visita il cardinale ha incontrato le massime autorità politiche e religiose del Paese, il Presidente della Repubblica di Cipro, Nikos Christodoulides, l’Arcivescovo greco-ortodosso di Cipro Georgios II, come anche il Sindaco di Nicosia, Constantinos Yiorkatzis. Durante gli incontri il patriarca ha discusso della situazione politica in Medio Oriente e del ruolo della Chiesa e ricordato che la situazione a Gerusalemme, è “la più drammatica negli ultimi 35 anni in cui vi ha vissuto, portando a profonde ferite tra le diverse etnie. La chiesa ha molto da fare per guarire queste ferite” ha detto il cardinale che ha anche parlato di Cipro che “può essere una diversa luce di speranza e ispirazione in Medio Oriente ed Europa, date le buone relazioni di lavoro tra le diverse fedi sull’isola, anche se ci sono sempre aree che necessitano di alcuni miglioramenti”. Il patriarca, inoltre, ha avuto modo di incontrare anche tutto il clero e i religiosi cattolici di Cipro presso l’Arcivescovado maronita di Nicosia. Durante l’incontro il patriarca Pizzaballa ha parlato dello status di Cipro, dicendo che “nonostante la sua divisione, è più positivo rispetto ad altri paesi” e sottolineato “la necessità di rafforzare l’unità tra le Chiese latine e maronite a Cipro, per essere una voce unica in mezzo alle divisioni, nonché di rafforzare le relazioni con le altre religioni sull’isola”. Apprezzamento per la visita pastorale è stata espressa da suor Theresa Yin Nyak, delle Suore di San Giuseppe dell’Apparizione, istituto che a Cipro si occupa dei rifugiati e i richiedenti asilo. Domenica, terzo e ultimo giorno di visita, il card. Pizzaballa ha salutato i giovani parrocchiani del gruppo di catechismo della parrocchia chiamato “Vieni e vedi”. Nella Messa di chiusura il patriarca ha sottolineato “l’importanza della città di Gerusalemme per la fede cristiana” ed ha esortato tutti i fedeli “a tenere aperti i cuori agli altri per essere la porta per gli altri per conoscere la luce della fede. Dovremmo condividere le grazie e i doni che abbiamo ricevuto con gli altri, per portare frutto ed essere fonte di vita in mezzo alla morte. Non agite per paura, perché la paura è l’ombra della morte. Dalla prospettiva del mondo, la chiesa è debole perché non ha armi, ma abbiamo la Parola (Gesù) e in questi tempi difficili dobbiamo discernere cosa dire, per essere luce in mezzo alle tenebre”. Alla fine della messa, gli studenti del Terra Santa College, così come insegnanti e amministratori, hanno presentato al Cardinale un’opera d’arte fatta a mano che simboleggia la pace, oltre a una colletta i bambini di Gaza.